AleBrowar

Tratto da La birra nel mondo, Volume I, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Lębork/Polonia
Bartek Napieraj, appassionato di birra, in uno dei suoi frequenti viaggi per il Paese alla scoperta dei pochi microbirrifici e brewpub produttori di lager in alternativa a quelle industriali, conobbe il mastro birraio di un brewpub di Gdańsk, Michał Saks. Dopo poco, nel 2012, i due, insieme a Arkadiusz ‘Arek’ Wenta, aprirono a Lębork, secondo la prevalente consuetudine polacca, la beer firm AleBrowar, con produzione presso la Browar Gościszewo di Sztum.
Come tanti microbirrifici polacchi sorti a partire dal 2011, anche AleBrowar (ricordiamo che si tratta, per la precisione di una beer firm) si votò subito alla Craft Beer Revolution, ormai dilagante in molti altri paesi europei. Del resto un produttore deve sapere offrire quello che richiede il consumatore, sempre meno attratto dagli stili classici, anche se rivisitati magari con utilizzo di luppoli autoctoni: birra artigianale sì, ma quella prodotta all’estero, in particolare in America, che fa sempre più moda, coi suoi stravolgimenti peraltro il più delle volte ben riusciti, coi suoi nomi altisonanti (perlomneno sull’etichetta, come Imperial IPA, Imperial Stout, Imperial Pilsner, e via di seguito).
AleBrowar King of Hop, american pale ale di colore arancione scuro leggermente opalescente: alta effervescenza; schiuma abbondante e di buona durata; aroma dominato dalla frutta esotica, con sentori di malto, caramello, agrumi, pesca; corpo piuttosto leggero e acquoso; morbido gusto di caramello, erbe, pino, lievito, in un rivestimento moderatamente amaro; finale fruttato; retrolfatto pulito, fresco, amarognolo di agrumi (g.a. 5%).
AleBrowar Rowing Jack, india pale ale di colore ambra dorato opaco (g.a. 6,2%). Con un’effervescenza media, la schiuma si forma minuta, compatta e di lunga persistenza. L’aroma è fresco, intenso, di frutta tropicale, con qualche richiamo di arancia, mandarino, aghi di pino. Il corpo medio presenta una consistenza cremosa ma scorrevole. Al palato, una solida base di malto regge bene l’abbondante luppolizzazione, con perfetto equilibrio tra la dolcezza e l’amarore. Il retrolfatto si sbizzarrisce invece tra le sue suggestioni lunghe e resinose.
AleBrowar Smoky Joe Fan Edition, extra stout di colore molto scuro, quasi nero (g.a. 6,2%). Ha preso il posto della precedente Smoky Joe, sostituendo il malto affumicato su legno di faggio con quello torbato. La spuma beige, cremosa e tenace, è gestita da un’effervescenza piuttosto bassa. Al naso, sentori di torba, legno di quercia, caffè e malto tostato, lasciano presto il posto a un tenue caramello. Il corpo medio ha una consistenza piuttosto acquosa. In bocca, è ancora la torba ad aprire la sinfonia, ma si arena presto tra le note di tostature, rovere, caffè, che scorrono su fondo acido. Il finale asciutto introduce un discreto retrolfatto amaro, di legno e di torba.