A. Le Coq

Tratto da La birra nel mondo, Volume III, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Tartu/Estonia
Nel 1807 Albert Le Coq, discendente di una famiglia di ugonotti francesi rifugiatasi in Prussia nel secolo XVII, si trasferì a Londra per estendere il commercio di vini dell’azienda familiare.
Presto Albert cominciò a imbottigliare ed esportare porter inglesi presso la corte imperiale russa.
Gli alti dazi doganali imposti dalla Russia e la falsificazione sempre più frequente del famoso marchio A. Le Coq portarono, nel 1904, allo spostamento da Londra a San Pietroburgo dell’attività, trasformata in società a responsabilità limitata. Due anni dopo anche l’impianto d’imbottigliamento fu trasferito in Russia.
Nel 1913 fu aperta una sede a Tartu per facilitare la produzione e la consegna verso l’Est dell’Europa. Nel 1921 venne liquidata la consociata di San Pietroburgo.
Durante l’era sovietica il nome dell’azienda fu cambiato in Tartu Õlletehas; ritornò a essere A. Le Coq nel 1997, con l’acquisizione della birreria da parte della società finlandede Olvi.
In seguito a importanti investimenti, l’azienda è diventata il più grande produttore di bevande del Paese, con una vasta gamma di offerte. Le principali esportazioni (negli altri due paesi baltici, in Finlandia, Danimarca, Svezia, Regno Unito) riguardano in particolare birre, sidro, bevande lunghe e succhi di frutta.
A. Le Coq Premium, premium lager di colore dorato pallido (g.a. 4,7%); la birra più popolare in Estonia. Con una media effervescenza, la schiuma bianca emerge fine, cremosa, non così duratura ma aderente. L’aroma si libera pungente di malto; a seguire, sentori di erbe, agrumi, fieno, cereali, erbe, luppolo floreale. Il corpo, piuttosto sottile, ha una consistenza parecchio acquosa. Il gusto, di malto granuloso e luppolo a base di erbe, si snoda ruvido e asciutto, con buon equilibrio tra dolce e amaro. Il finale risulta pressoché polveroso, con accenno alle spezie. Sensazioni croccanti di malto animano un discreto retrolfatto, pulito e secco.
A. Le Coq Pilsner, pilsener di colore giallo pallido (g.a. 4,2%). Con una carbonazione decisa, la schiuma bianca prorompe abbondante, soffice, stabile. L’aroma, dolce e debole di malto, reca richiami di mais, fieno, erbe, pane, muffa, tostature. Il corpo sottile ha una consistenza pressoché acquosa. Il gusto si snoda in leggerezza, con morbido, delicato, piacevole, sapore di luppolo. Il finale, amaro e secco, apporta una punta di acidità. Il corto retrolfatto s’ispira alle erbe aromatiche, granuloso e pulito.
Viru, premium lager tipo pilsner di colore dorato brillante (g.a. 5%); conosciuta anche come Viru Premium Estonian Beer. Originariamente, veniva venduta a Tartu col nome di A. Le Coq Premium Extra. Nel 2006 il management della Brand Independence, con sede a Londra, subodorando le opportunità internazionali di questo prodotto, ne comprò il marchio ribattezzandolo col suggestivo nome di Viru. Viru infatti è il nome tradizionale di una zona sulla costa del mar Baltico (oggi nel nord dell’Estonia), una volta chiamata Virumaa e abitata da una tribù finnica nota come Vironians appunto. Nello stesso 2006 la birra fu introdotta nel mercato britannico, inizialmente però distribuita solo a bar di alta qualità e ristoranti. Oggi viene quindi prodotta a Tartu su licenza della Baltic Beer Company, fino al 2009 Brand Independence. Viene realizzata con malto da orzo lituano, luppolo Saaz e l’acqua prelevata dal pozzo artesiano presso la fabbrica, il più profondo della regione baltica. È venduta in distintive bottiglie slanciate dalla caratteristica base esagonale. Il design risale a un secolo fa ed è originario della Russia imperiale, ma richiama anche la linea della torre di Tallinn. A ottobre del 2007, la vecchia etichetta fu ridisegnata. A novembre del 2010, comparve una nuova bottiglia con diversa etichetta. Con una carbonazione morbida ma esplosiva, la schiuma bianca, fine e cremosa, scompare rapidamente senza lasciare il minimo segno di allacciatura. L’aroma si esprime dolce ma debole: sentori floreali, di malto, agrumi, mais dolce, erbe, grano, lievito, luppolo, verdure, fieno, lievito, pasta di pane, danno l’impressione di essere costretti a una presenza non voluta. Il corpo, abbastanza sottile, ha una consistenza leggermente cremosa. Il gusto è pulito, piacevolmente rinfrescante, a base di malto che prende via via note di caramello, luppolo erbaceo, biscotto, cereali, vaniglia. Solo in prossimità del traguardo compare un certo amarognolo, che s’intensifica nel corto finale, finché non s’intromette una punta di acido. Il retrolfatto appare un po’ granuloso, piuttosto asciutto, moderatamente dolce, e con qualche amara impressione metallica.