Tratto da La birra nel mondo, Volume V, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Hardley/Inghilterra
Dopo quattro anni di homebrewing, intanto che lavorava come ingegnere informatico presso la IBM, Kevin Robinson nel 2011 installò un impianto usato da 100 litri nel garage di casa, alla periferia di Southampton.
Il gradimento delle sue birre nei pub della zona e i tanti riconoscimenti in concorsi locali lo portarono, nel 2014, a lasciare il proprio lavoro per dedicarsi a tempo pieno alla produzione della birra. Nacque così, con un nuovo impianto da 14 ettolitri, a Lymington, ai confini del New Forest National Park (da cui il nome), il birrificio Vibrant Forest.
Nel 2019, infine, fu inaugurato un nuovo birrificio, con taproom, a Hardley Industrial Estate (Hampshire). Da sottolineare che le birre sono sempre diverse (definite dal produttore stesso The Irregulars), tutte non filtrate e alcune vegane.
Vibrant Forest Summerlands, session IPA di colore oro carico e dall’aspetto lievemente velato (g.a. 3,5%); il prodotto di maggior successo della casa. La carbonazione è da morbida a media; la schiuma bianca, fine, compatta, cremosa, di buona tenuta e allacciatura. La generosa luppolizzazione, anche a secco, si mette subito in evidenza all’olfatto, peraltro pulita e gradevole nella sua finezza: arancia e pompelmo, malti secchi e caramello, mango e frutto della passione, resina e aghi di ino, luppolo umido e terroso, fiori leggeri e polverosi. Il corpo, un po’ magro, dispone anche di una scorrevole consistenza acquosa. Nel gusto, la base maltata, costituita da pane e cracker e sostenuta dalla dolcezza della frutta tropicale, dà il via a buona parte del percorso per sfociare gradatamente nell’amarore comunque non sgradevole, anzi, della scorza di pompelmo, di note erbacee e terrose. La secchezza del breve finale riesce ad asciugare abbastanza il palato, lasciando al retrolfatto il compito del commiato con intense suggestioni di resina e terra umida.
Vibrant Forest Black Forest, porter di colore marrone molto scuro, quasi nero, e dall’aspetto impenetrabile (g.a. 4,9%). Con una discreta carbonazione, la schiuma cappuccino viene fuori non così ricca, ma compatta, cremosa, di ottima tenuta e aderenza. L’aroma si esprime con semplicità e pulizia, donando gradevoli profumi di caffè, orzo tostato, cioccolato fondente, prugna, ribes nero, in primo piano e più in secondo, sentori di liquirizia e luppolo terroso. Il corpo, abbastanza sottile, ha una morbida consistenza cremosa. Il gusto, mediamente dolce e moderatamente amaro, si avvale dell’ottima combinazione del torrefatto, del cioccolato, del terroso, del cacao, della cenere e del tabacco, con una solida base allestita dal malto caramellato. Nel finale l’acidità dei malti scuri stempera la lieve astringenza apportata dal secco amarognolo. Le impressioni del retrolfatto si pongono a metà strada fra il terroso e il resinoso, dopo un fugace spunto di bruciato.