Vereinigte Kärntner Brauereien

Tratto da La birra nel mondo, Volume V, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Villach/Austria
Società (“Birrerie della Carinzia Unite”) entrata, nel 2014, a far parte della Brau Union Österreich AG.
La prima menzione documentale di un birrificio a Villach, col nome di Steinbierbrauerei e sotto la direzione di Jakob Fischer, si ha nel 1738.
Nel 1858 l’oste e macellaio Johann Fischer fece ristrutturare il birrificio, che aveva cessato la produzione all’inizio del secolo XIX in seguito ai disordini provocati dalle guerre napoleoniche, e fondò la Fischer Brauerei.
Il genero di Fischer, Johann Koutnik, entrò come apprendista birraio nel 1888, conseguì la qualifica di mastro birraio e, nel 1894, a soli 24 anni divenne il primo procuratore dell’azienda e l’unico responsabile del birrificio.
Con Koutnik, nel 1900 la produzione aveva raggiunto i 16 mila ettolitri. Ciò permise all’azienda di utilizzare lo stemma cittadino e la Fischer diventava Villacher Brauerei. L’anno successivo Koutnik rilevò l’azienda e cominciò subito ad ampliare il birrificio. Tra il 1907 e 1908 aprì filiali nella Carniola, in Istria, a Pola, Venezia, Trieste, addirittura ad Ancona e a Brindisi.
Nel 1919 la Villacher si unì ad altri birrifici dell’Austria meridionale e fondò la Vereinigte Kärntner Brauereien, con 48% del capitale sociale nelle mani di Koutnik e il resto suddiviso tra i birrifici annessi e piccoli investitori. Nel 1926 la nuova azienda risultava il più grande birrificio della Carinzia, con circa un terzo del volume di birra prodotto a livello nazionale.
Nel 1941 Koutnik morì, e l’eredità passò alla figlia Dorothea Grubissich. Alla morte di quest’ultima, nel 1982, la quota aziendale andò alla nipote Madeleine Herberstein.
Nel 1993 la Vereinigte Kärntner Brauereien rilevò la Schleppe Brauerei di Klagenfurt, la cui esistenza risulta documentata per la prima volta nel 1607 come birrificio nella decima della parrocchia Tultschnig.
Nel 2005 acquisì anche la Piestinger Brauerei di Markt Piesting, fondata nel 1824 dall’imprenditore Johann Nepomuk Müller. E, poiché non aveva interesse per il sito produttivo, bensì solo per i diritto del marchio, chiuse subito il birrificio trasformandolo in un centro logistico strategico per ampliare la rete di vendita in direzione della Bassa Austria, di Vienna e del Burgenland.
La società, nota per le sponsorizzazioni in ambito sportivo, si distingue anche per l’impegno profuso nell’arte e nella cultura. Basta ricordare il Villacher Kirchtag, la festa birraria folcloristica più importante dell’Austria; la grande parata settembrina di motociclisti organizzata al lago di Faak da Harley Davidson, European Bike Week; il KunsthausSudhaus inaugurato nel 2005, di sette piani con varie zone per concerti, mostre di pittura e scultura e altre manifestazioni private e istituzionali.
Villacher Export, export di un brillante giallo dorato (g.a. 5%). L’effervescenza moderata produce una spuma bianca enorme e minuta, compatta e cremosa, di notevole tenuta e ottima aderenza. L’aroma sa tanto di mais secco, paglia bagnata, erba appena falciata; con malto biscotto e luppolo fiorito che spirano fiaccamente dal sottofondo. Il corpo medio ha una snella consistenza acquosa. Malto granuloso e luppolo leggermente terroso improntano, in buon equilibrio, un regolare percorso di sufficiente durata. Da parte sua, il contenuto alcolico apporta un sostanzioso contributo in termini di vigore e rotondità. La delicata secchezza del finale non pregiudica le sensazioni di lieve dolcezza che si sprigionano dal corto retrolfatto.
Villacher Dunkel, dunkel di colore marrone scuro, quasi nero (g.a. 5%). Con una media effervescenza, la schiuma beige sbocca abbondante, fine, cremosa, di buona tenuta e allacciatura. Al naso si sprigionano dolci profumi di malto tostato, caramello, miele, cioccolato, zucchero di canna, pane, noci, un pizzico di fumo e un tocco di luppolo terroso. Il corpo, da leggero a medio, ha una consistenza sottilmente cremosa. Il sapore, aromatico di malto, ha un’intensa dolcezza per nulla stucchevole, anzi: con un caramello dominante, suffragato da malto tostato, cioccolato al latte, mou e pane, l’erbaceo del luppolo non può certo alzare la testa più di tanto, anche perché si rende conto che è sufficiente rimanere alla finestra minacciando, se necessario, il proprio intervento. Alla dolcezza, il finale aggiunge una punta di acidità polverosa, una specie di catarsi per facilitare l’ingresso di appetitose impressioni retrolfattive dolceamare.
Schleppe Märzen, märzen/oktoberfest bier di colore giallo dorato e dall’aspetto livemente confuso (g.a. 5%). Con una media effervescenza, la schiuma bianchiccia sbocca abbondante e fine, compatta e cremosa, sufficientemente stabile e duratura. Nella dolcezza dell’aroma si alternano sentori mielosi e di biscotto al burro, della crosta di pane e di mandorle, di caramello e malto tostato: un olfatto insomma complesso e non così definibile; mentre sono chiaramente riconoscibili profumi di frutta fresca con sottofondo di luppolo a base di erbe. Il corpo, medio-leggero, si presenta nella tipica consistenza acquosa bavarese. Nel gusto, la fa da padrone il malto biscotto, con note di caramello seguite da un delicato amarore da luppolo secco insieme a qualche accenno di minerale terroso. Il finale, semplice, pulito e abbasstanza asciutto, precorre un corto retrolfatto abboccato influenzato da un lieve tepore etilico.
Schleppe Dunkel, dunkel di colore tra il marrone scuro e il nero (g.a. 5%). Con una moderata effervescenza, la schiuma cachi si sviluppa densa, cremosa, aderente, e di buona tenuta. L’olfatto è gradevole nella sua finezza; mentre il malto tostato e un luppolo delicato, caramello e zucchero bruciato, frutta rossa e cioccolato, un pizzico di fumo e finissime spezie, danno vita a un’intensità abbastanza elevata. Il corpo medio tende al leggero, in una consistenza opportunamente acquosa. Uno straordinario equilibrio esalta il gusto lungo il suo percorso regolare: con sottili note di fondo, un rampicante fruttato consente al cereale tostato di esprimersi in tutto il suo morbido potenziale di dolcezza caramellata. Il finale, di uno zuccherino piuttosto appiccicoso, viene presto fagocitato dalle suggestioni secche e amarognole del breve retrolfatto.
Piestinger Lager, lager di colore dorato chiaro e dall’aspetto lievemente nebuloso (g.a. 5%). Con una media effervescenza, la schiuma bianca emerge fine, soda, cremosa, stabile, aderente. L’aroma è intenso e piuttosto dolce, di malto, lievito, grano, mais, erbe, miele; mentre, non appena comincia ad alzarsi la temperatura della birra, si fa sentire abbastanza il luppolo floreale. Il corpo medio si presenta in una tessitura alquanto oleosa. Il gusto, decisamente maltato e dolciastro, ricorda vagamente il pane di mais, e, tenuto a bada da un delicato luppolo legnoso, si snoda piacevole, saporito, appagante. Il finale apporta secchezza e un certo amarore erbaceo. Rincara la dose il corto retrolfatto con le sue suggestioni luppolizzate piuttosto astringenti.