Tratto da La birra nel mondo, Volume V, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Sint-Lievens-Esse/Belgio
Siamo nelle Fiandre Orientali. Il 22enne Arthur van den Bossche aveva sposato una delle figlie dei cioccolatai Callebaut di Wieze. Resosi però conto che la birra andava molto più del cioccolato, acquistò un appezzamento di terreno nella piazza del villaggio Sint-Lievens-Esse, accanto alla chiesa parrocchiale, e vi costruì, nel 1897, il classico birrificio a mattoni rossi del secolo XIX.
Alla morte di Arthur, nel 1925, subentrarono i due figli maschi, Willy e Marc, che, nell’arco di 50 anni, portaromo l’azienda a notevoli successi. Nel 1975 si aggregò anche il figlio di Marc, Ignace, che nel 1981 ne divenne direttore ed effettuò vari ammodernamenti. Oggi la ditta è nelle mani della quarta generazione: Bruno e Emmanuel, figli, rispettivamente, maggiore e minore, di Ignace.
Come gli altri produttori della zona con particolare vocazione per le birre speciali, l’azienda ha ampliato e diversificato negli anni la propria offerta. La gamma che gli ha dato notorietà è senz’altro la Pater Lieven (si tratta solo di un’associazione ideale con nomi monastico-religiosi), la cui produzione ebbe inizio nel 1957 per la festa del patrono del villaggio, Sint Lieven. Birre dal gusto complesso ed equilibrato, tipico dello stile tradizionale delle belgian ale.
Ma la Brouwerij Van den Bossche già dal 1907 commercializzava la gamma Buffalo, creata per il mercato americano e in seguito distribuita anche in Europa. Una gamma nata per caso, grazie al circo americano Buffalo Bill che, nella sua tournée europea, si esibì anche a Gent, nel 1907 appunto. Arthur andò allo spettacolo insieme a tutto il suo staff, lasciando un ragazzotto a guardia degli impianti di cottura. Questi, per inesperienza, distrazione o svogliatezza, lasciò che la birra andasse oltre i normali tempi di cottura, col risultato di un mosto più caramelloso e tostato, ma molto gradevole. Nacque così una nuova gamma cui fu dato il nome celebrativo di Buffalo e che oggi, realizzata con malti speciali per ottenere lo stesso gusto, è considerata un autentico prodotto regionale.
Fino a pochi anni fa si pensava che la tanta acqua di cui dispone Sint-Lievens-Esse arrivasse dai sotterranei di Steenput; invece la sorgente si trova in una piccola valle che corre intorno alla piazza del villaggio. Addirittura si narra che quest’acqua abbia poteri medicinali.
Da annotare che, pur avendone i requisiti, la Brouwerij Van den Bossche non fa parte della Belgian Family Brewers.
Pater Lieven Blond, belgian ale di colore biondo dorato e dall’aspetto alquanto confuso (g.a. 6,5%); con rifermentazione in bottiglia. La carbonazione è piuttosto attiva; la schiuma bianca, fine, spessa, cremosa, di buona tenuta e stretta allacciatura. Al naso, malto, frutta, agrumi, fiori e luppolo hanno una gradevole finitura di lievito speziato a tratti particolarmente piccante. Il corpo medio si accosta al palato con disinvolta leggerezza, grazie alla propria consistenza al limite dell’acquosità. Cereale e amaricante combinano una vera sinfonia gustativa, che sfocia in un finale secco caratterizzato da leggere note fruttate e acidule. Col suo amaro erbaceo abbastanza lungo, la “sapiente” luppolizzazione gratifica la bocca ormai compiutamente asciugata.
Pater Lieven Bruin, dubbel di colore marrone scuro con riflessi rosso rubino intenso e dall’aspetto opaco (g.a. 6,5%); rifermentata in bottiglia. Con una carbonazione molto alta, la schiuma cappuccino sgorga ricca, minuta, fitta, cremosa, stabile, aderente. Il profilo aromatico si propone molto coinvolgente e piacevole: frutta matura (pera, albicocca, pesca) ed esotica, malto tostato e pane nero, miele di castagno e zucchero candito, grano e farina d’avena, uvetta e caramello, liquirizia e cacao in polvere; mentre, dal sottofondo, s’intrufolano, non senza qualche accenno acido ed etilico, indizi di cantina, finocchio selvatico, corteccia, nonché speziati di cannella e lievito belga, legnosi di acero e quercia. Benché piuttosto magro, il corpo ha la consistenza di una cremosità vellutata. Le fragranze olfattive si ripetono con buona corrispondenza nel gusto, con una leggera finitura agrumata ed erbacea di timo. L’intensità finale di cioccolato amaro, mescolata a un po’ di liquirizia, lascia il campo alla lunga persistenza retrolfattiva agrodolce e speziata in cui anche l’alcol diventa abbastanza aggressivo.
Van Den Bossche Buffalo Belgian Stout, imperial stout di colore marrone scuro e dall’aspetto opaco (g.a. 9%); con rifermentazione in bottiglia. La sua produzione ebbe inizio nel 1907. L’alto processo di carbonazione genera una spuma beige abbondante, densa, cremosa, di ottima tenuta. L’aroma è dominato dalla frutta scura (prugna, uvetta, mirtillo, ciliegia) che, solo in secondo piano, consente l’ingresso in scena al pur complesso ed equilibrato pot-pourri caldo di malto tostato, caffè liquido, pane nero, cioccolato fondente, liquirizia, vino, luppolo speziato. La consistenza del corpo medio appare tra l’acquosa e l’oleosa. Anche il gusto presenta una spiccata predisposizione per la solita frutta avvertita al naso, mentre si propone più deciso un luppolo terroso, affiancato dall’acidità di caffè e tostature e in perfetta sinergia con l’alcol che svolge la propria funzione in maniera impeccabile, ovvero scaldando senza farsi sentire. Il timido agrodolce del finale si sviluppa presto nelle lunghe e intense impressioni di un cordiale retrolfatto, ricco di caffè e cioccolato amaro.
Stagionale
Kerst Pater Special Christmas, belgian strong dark ale di colore marrone scuro con riflessi rubino e dall’aspetto opaco (g.a. 9%); una proposta natalizia. Con una media effervescenza, la schiuma beige emerge sottile, spessa, cremosa, ma non così duratura. L’olfatto esprime con delicatezza i suoi profumi di malto tostato, toffee, prugne, ribes nero, melassa, frutta secca, marzapane, zucchero candito, fomentati da una sottile speziatura di lievito; mentre dal sottofondo alitano cioccolato, liquirizia, liquore al caffè. Il corpo esprime la sua pienezza in una fluida consistenza oleosa. Molto dolce e piuttosto alcolico, il gusto sa tanto di caramello, malto tostato, ciliege, frutti di bosco maturi, cioccolato, lievito fruttato, zucchero di canna, vino liquoroso e, a equilibrare, una buona secchezza, il tipico amarognolo di caramella bruciata e un intenso quanto discreto cacao amaro. La lunga corsa termina con la calda dolcezza della frutta sotto spirito. Leggermente tostate e acidule si rivelano invece le sensazioni dell’ampia ricchezza retrolfattiva.
Celebrativa
Pater Lieven Tripel, tripel di colore dorato e dall’aspetto leggermente velato (g.a. 8%); rifermentata in bottiglia. Fu creata nel 1997 per celebrare il primo centenario del birrificio. Con un’effervescenza abbastanza sostenuta, la schiuma bianca prorompe enorme, minuta, compatta, cremosa, tenace. L’olfatto risulta elegante nella sua finezza, e con un’intensità sicuramente elevata: profumi floreali e vinosi, citrici e legnosi, di frutta secca e sciroppata, di zucchero e lievito piccante, di malto e luppolo speziato; e non senza un lieve tocco di acidità in combutta col tepore etilico. Il corpo medio si propone in una morbida consistenza cremosa. Col solito favore dell’alcol, l’equilibrio gustativo tra malto e frutta tende inizialmente a scantonare in una certa dolcezza, presto però attenuata, quindi fagocitata dall’intenso amarore del luppolo che si protrae sin nel retrolfatto, rinvigorendosi attraverso il corto finale secco e aspro.