U Medvídků

Tratto da La birra nel mondo, Volume IV, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Uley/Inghilterra
Tradizionale birrificio a torre del Gloucestershire, costruito nel 1833 da Samuel Price sui fianchi di Uley Bury, potendo sfruttare l’acqua pura delle tante sorgenti. All’epoca, nel villaggio di Uley esistevano 13 birrerie, in quanto il fondovalle era pieno di lanifici.
Col crollo del commercio della lana alla fine del secolo XIX, anche la Uley Brewery fu costretta a chiudere, e i suoi locali furono adibiti a usi principalmente agricoli.
Infine, nel 1985, Chas Wright, un grossista di birra locale, riaprì il birrificio, dopo aver restaurato i vecchi locali. E oggi l’azienda è nelle mani del genero, Martin Brooks.
Uley Bitter, ordinary bitter ale color rame e dall’aspetto parecchio intorbidito (g.a. 4%); condizionata. La carbonazione è quasi piana; la schiuma, di un bianco sporco, non così generosa, ma sottile, densa, di ottima tenuta e allacciatura. L’aroma si estrinseca con moderata discrezione: malto, caramello e frutti di bosco, da una parte e dall’altra, erbe, luppolo, terra, in un armonioso bouquet persistente. Il corpo medio ha una consistenza tra grassa e acquosa. Buona parte del percorso gustativo si snoda maltata e fruttata; poi subentrano note secche etostate che scompaiono letteralmente in un ruvido amarore vegetale. Il finale appare alquanto piccante con un remoto richiamo di limone. Piuttosto terroso, il retrolfatto non riesce a reprimere qualche suggestione abbastanza astringente.

Praga/Repubblica Ceca
Nel centro della Città Vecchia, il brewpub U Medvídků (letteralmente, “Dagli Orsacchiotti”) è costituito da un pub, un microbirrificio, un ristorante, un elegante hotel, un beershop, addirittura un piccolo museo della birra.
Il vecchio edificio viene citato da fonti scritte già nel 1404. Tra il 1410 e il 1433 fu un ristorante. Nel 1433 Nicholas Maltster acquisì il diritto di birrificazione e, nel 1466, Jan Nedwídek fondò il birrificio.
Dopo il 1898 i piccoli birrai della Città Vecchia, non potendo più competere con l’industria, furono costretti a chiudere.
Negli anni ’50 del secolo successivo l’edificio fu confiscato e il ristorante rimase sotto la gestione dell’impresa nazionale RaJ 1 fin al 1989. Pertanto solo dopo il ritorno ai proprietari originari cominiciò la ristrutturazione dell’edificio peraltro caduto in rovina.
Il birrificio utilizza metodi non più comuni nella produzione di birra, come il raffreddamento del forno, i tini di fermentazione aperti, le botti di birra chiara in legno, l’imbottigliamento manuale con chiusura brevettata.
Le birre più note sono le seguenti due.
U Medvídků X33-Beer, doppelbock di colore marrone scuro intenso e dall’aspetto opaco (g.a. 12,6%); definita dalla casa “la birra più forte del mondo” (ovviamente per i tempi della sua elaborazione). La gradazione alcolica dipende esclusivamente dall’enorme quantità di malto (pilsner e caramello) utilizzato. La produzione avviene con la tecnologia tradizionale e secondo procedure speciali per ciascuna fase: fermentazione principale per 14 giorni in tini di rovere aperti, maturazione per 14 settimane in botti di rovere, aggiunta di lievito speciale e ancora maturazione per 14 settimane. Con la carbonazione ridotta ai minimi termini, la schiuma cachi che si forma risulta di dimensioni piuttosto modeste, un po’ scomposta e si dissipa abbastanza rapidamente lasciando una specie di strato schiumoso e un po’ di pizzo. L’aroma è estremamente alcolico, alquanto appiccicoso e ricco di malto, con sentori di caramello, melassa, zucchero di canna, legno, frutta scura, miele di castagno. Il corpo, medio-pieno, ha una consistenza molto appiccicosa per la grande quantità di zucchero contenuto. Nel gusto, pesantemente maltato e dolciastro, pane, toast, noci, mou, biscotti, prugna, uva passa, caramello bruciato, fanno il bello e il cattivo tempo, tra note di quercia e di bourbon. L’alcol è abbastanza ben mascherato, e offre solo una presenza sufficiente per il bilanciamento, col supporto di un lieve amarore e di una buona dose di acidità della ciliegia. Con la sua secchezza ripulente, il finale spiana la strada alle piacevoli suggestioni amarognole della lunga persistenza retrolfattiva.
U Medvídků Oldgott Barique Ležak 13°, amber lager color rame e dall’aspetto alquanto torbido (g.a. 5,2%); disponibile anche alla spina. Il termine Barique sta a specificare che la birra, non filtrata né pastorizzata, subisce una fermentazione secondaria in botti di rovere. Con una media effervescenza, la schiuma beige si forma non affatto generosa, mostra comunque una solida persistenza e sufficiente allacciatura. L’aroma, delicato e gradevole, propone malto granuloso, caramello, biscotto, melassa, lievito, pane secco, in primo piano e più in secondo, buccia d’uva, agrumi acidi, erba, legno umido, luppolo floreale, anche qualche lieve sentore di spezie abbastanza remoto. Il corpo tende decisamente al leggero, in una squisita consistenza acquosa. Nel gusto, è il malto a farsi la parte del leone, non soffocando però le emergenti note tostate ed erbacee del luppolo. A tratti, il passaggio in legno, fa sentie, eccome, i propri effetti, soprattutto con l’innalzamento della temperatura. In ogni modo, la bevuta scorre senza il minimo intoppo, piacevole e lieta di accogliere quanto prima quel tocco di acidità fruttata che aggiunge freschezza e brio. Il finale, lungo e amaro, reca anche consistenti suggestioni un po’ speziate, soprattutto pepate. Non certo tanto più breve risulta, a sua volta, il retrolfatto che lascia il palato compiutamente asciutto, pulito, proteso verso una nuova sorsata.