Tratto da La birra nel mondo, Volume IV, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Haarlem/Paesi Bassi
Microbirrificio nella provincia dell’Olanda Settentrionale.
Dopo solo un anno e mezzo di homebrewing, nel 2012 Robbert Uyleman, impaziente di proporre le amate birre iperluppolizzate con scarsa reperibilità nella propria regione, aprì la beer firm Uiltje (che vuol dire “piccolo gufo”, più o meno lo stesso significato del suo cognome).
La prima birra, immessa sul mercato nel 2013, gli spalancò la strada della notorietà. E il Piccolo Gufo iniziò a comparire nei festival, non solo olandesi, addirittura statunitensi.
A febbraio del 2015, nel centro di Haarlem, Robbert, insieme al socio Tjebbe Kuijper, aprì l’Uiltje Bar, con 30 spine e un centinaio di bottiglie.
Ma era anche arrivato il momento di “darsi una bella mossa”. E, alla fine del 2015, ricorrendo al crowdfunding, Uyleman riuscì a reperire i fondi per la costruzione di una birreria propria. A settembre dell’anno successivo veniva inaugurato il microbirrificio Uiltje, con impianto da 40 ettolitri e taproom con 12 spine.
Oggi il Piccolo Gufo annovera già ben 330 birre, nelle quali sono spesso protagonisti i luppoli americani. Ovviamente si tratta per lo più di collaborazioni e produzioni one-shot e occasionali; mentre, per garantire il più possibile la loro freschezza, vengono realizzate in piccoli lotti.
Uiltje RE:RE:CC Porter, porter di colore marrone scuro tendente al nero e dall’aspetto opaco (g.a. 7.8%). RE sono le lettere che appaiono nell’oggetto di una mail ogni volta che si risponde a un messaggio; CC invece, le iniziali del cocco e del caffè, ingredienti speciali. Con una media effervescenza, la schiuma, da beige a marrone chiaro, fuoriesce non così abbondante ma fine, compatta, cremosa, tenace. Purtroppo l’aroma pecca abbastanza di pulizia e intensità: a mettersi subito in mostra sono i malti scuri e il caffè; seguiti, a breve distanza, da orzo tostato, noce di cocco, fumo, toast, cioccolato fondente; e con accenni, più remoti, di frutta ed erbe. Il corpo, medio-pieno, ha una lieve consistenza cremosa peraltro ruvida e appiccicosa. Nel gusto, il luppolo e i malti tostati hanno un sapore piuttosto amaro, mentre il caffè apporta una consistente nota acida; l’equilibrio comunque regge abbastanza bene, grazie alla vaniglia, al caramello, alla liquirizia. Nel finale si sbriglia l’alcol, senza però arrecare danni, limitandosi a un discreto calore di sostegno. La lunga persistenza retrolfattiva è un mix non certo sgradevole di sensazioni che coinvolgono i fondi di caffè e la terrosità del luppolo.
Collaborazione
North Brewing Co/Uiltje Double IPA, double/imperial IPA di colore arancio e dall’aspetto torbido (g.a. 8,5%). Fu elaborata nel 2017, in collaborazione con la North Brewing di Leeds, secondo la moda delle New England IPA e utilizzando una quantità esagerata di luppoli (Mosaic, Citra, Simcoe e Chinook). Con una morbida carbonazione, l’enorme schiuma biancastra, compatta e cremosa, ostenta tenuta e aderenza. Erbe, pino, resina e luppolo floreale, in primo piano e più in secondo, un sacco di frutta tropicale allestiscono, sotto l’egida del calore etilico, un bouquet olfattivo di elevata intensità ma di finezza che non va oltre la gradevole. Il corpo medio ha una consistenza decisamente oleosa. Resina piccante, erba secca, frutta tropicale, malto tostato, agrumi e luppolo speziato sono invece gli artefici di un gusto citrico agrodolce, leggermente amaro, che si protrae in un lungo percorso concitato, eppure morbido e cremoso. Il finale sembra preposto a strozzare l’irruenza dell’alcol che ha accompagnato l’intera bevuta. Nella sua notevole persistenza, il retrolfatto ha un non so che di balsamico, con impressioni di pino, resina, frutta secca e qualche reminiscenza di menta.