Brauhaus Riegele

Tratto da La birra nel mondo, Volume IV, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Augusta/Germania
Il birrificio privato più grande della città, e uno dei più antichi al mondo.
Le sue origini risalgono al 1386, col nome di Zum Goldenen Roß (“Il cavallo d’Oro”). Nel 1889 fu rilevato da Sebastian Riegele. Ma fu suo figlio, sempre di nome Sebastian, a gettare, nel 1911, le basi per lo sviluppo dell’azienda, spostandola nei pressi della stazione ferroviaria e ribattezzandola Brauhaus Riegele.
Sempre nelle mani dei discendenti di Sebastian Riegele, dal 2006 l’azienda è guidata da un altro Sebastian, che di cognome fa però Priller. Ed è stato proprio Sebastian Priller a dare una svolta decisiva alla produzione.
Col calo dei consumi ormai irreversibile, ha avuto la felice idea, avvalendosi del birraio Frank Müller, di affiancare alle birre tradizionali tedesche una serie speciale in stile belga e anglosassone, con gli immancabili invecchiamenti in botte. Queste birre, che nessun produttore tedesco si era mai sognato di “sfornare”, sono chiamate “birre gourmet” (in tedesco, Brauspezialtitäten) e costituiscono la linea Riegele BierManufaktur.
La produzione aziendale supera ormai i 200 mila ettolitri di birra all’anno. Mentre, adiacente alla fabbrica, la Riegele Wirtshaus dispone anche del biergarten per i mesi estivi.
Riegele Speziator Dunkel, doppelbock di colore marrone scuro con riflessi rubino (g.a. 8,5%, in precedenza 7,5% col nome di Speziator). Una delle birre più prestigiose della casa, reca il caratteristico doppio caprone in etichetta. La carbonazione è piuttosto contenuta; la schiuma beige, con una calda sfumatura nocciola, fine, cremosa, di buona durata. L’aroma si esprime in pregevole intensità, regalando eleganti profumi di caramello e miele scuri, toffee, pane nero, frutta disidratata (in particolare, uvetta, fichi, prugna), noce e mandorla tostata, vaniglia e liquirizia, amaretto e ciliegia sciroppata. Il corpo medio ha una consistenza leggermente grassa. Il gusto, di straordinaria morbidezza, attacca con un dolce ma delicato malto caramellato, irresistibilmente gradevole, attingendo un rinfrescante acidulo dalle tostature e un amarognolo equilibratore appena sufficiente a un luppolo erbaceo che pare voglia rimanere ai margini del percorso. Da parte sua, l’alcol agisce con discrezione nelle vesti di warming liquoroso. Nel finale salgono in superficie le note maltate delle birre scure: cioccolato al latte, caramello, legno, toffe, liquirizia, frutta secca. A ripulire il palato, preparandolo al sorso successivo, sono demandate le lunge impressioni del retrolfatto con stuzzicanti richiami di noce moscata.
Riegele BierManufaktur Noctus 100, imperial stout di un profondo colore nero e dall’aspetto opaco (g.a. 10%); della linea chiaramente BierManufaktur. Tra gli ingredienti speciali, utilizza malto di frumento e orzo tostato. La carbonazione è molto bassa; l’appariscente cappello di schiuma beige scuro che si forma, sottile e cremoso, dura sufficientemente. L’aroma è ricco di caffè, malto tostato, cioccolato amaro, frutta secca scura, liquirizia, pane nero, terra, resina, tabacco; mentre, dal sottofondo, scalpita l’etanolo. Il corpo medio tende sorprendentemente alla leggerezza, in una consistenza acquosa. Il gusto appare invece abbastanza blando: l’imbocco di caffè, pane tostato e cacao amaro lascia presto il passo a note che richiamano la salsa di soia, mentre una piacevole acidità fa perfetta pulizia della dolcezza residua. Il lungo finale, parecchio secco e alquanto amaro, apporta una certa astringenza resinosa. A sua volta, il retrolfatto si rivela di scarsa persistenza, e con impressioni che sanno tanto di salsedine in un tiepido rivestimento alcolico.
Con la chiusura, nel 2009, della Privatbrauerei Lauterbach L. Ehnle, di Lauterbach appunto, risalente al 1651, la Riegele rilevò il suo marchio prestigioso, iniziando la produzione di alcune birre.
Lauterbacher Nostradamus Doppelbock, doppelbock di colore marrone rossastro e dall’aspetto opaco (g.a. 9%). La carbonazione è piuttosto scarsa; la schiuma cachi, spessa, cremosa, di ritenzione appena sufficiente anche se di buona allacciatura. L’olfatto si libera con attraenti profumi di malto e frutta rossa, infervorati dall’alcol, che può addirittura avvalersi dei toni caldi del caramello, delle tostature, delle spezie. Il corpo, da medio a pieno, ha una consistenza abbastanza grassa. Nel gusto, ampio, soffice, quasi di crema, si avverte distintamente il ritorno delle medesime impressioni percepite al naso; ma è solo l’inizio della lunga corsa, perché non tardano a spirare dal vigoroso fondo di luppolo le equilibratrici note amare. Il leggero finale secco, e alquanto dolce di malto e alcol, introduce una discreta persistenza retrolfattiva fresca e aromatica.