Tratto da La birra nel mondo, Volume IV, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Altheim/Austria
Azienda di medie dimensioni dell’Alta Austria, con una tradizione che affonda le radici nel lontano 1645, anno in cui i documenti menzionano come proprietario Johann Wührer. Già nel 1670 il birrificio fu rilevato da Bartholomä Lohmeier. Nel 1681 ebbe inizio una successione di proprietari che, nel 1869, si fermò con la famiglia Raschhofer, allorquando, alla morte di Paul Huber, la vedova, Therese, sposò Georg Raschhofer appunto. E l’azienda prese il nome attuale, passando sempre al figlio che portava il nome Georg Raschhofer.
Nel 1995, poche settimane prima di prendere le redini dell’azienda familiare, l’ultimo Georg Raschhofer morì in un incidente stradale. L’anno successivo il birrificio fu acquistato dalla sorella, Doris Scheriau-Raschhofer, e dal marito, Christoph Scheriau.
La produzione verte principalmente sui classici austriaci. Ma, dal 2010, comprende anche una “Craft Beer Edition”, con diversi stili internazionali, come rauchbier, stout, porter, witbier. In ogni modo, l’azienda, molto attenta alla qualità, si guarda bene dalle lusinghe del prodotto di massa.
Raschhofer Das Zwickl, zwickelbier di colore dorato pallido e dall’aspetto velato (g.a. 5,4%). È la birra più nota della casa, con maturazione di sette-otto settimane. Fu la prima produzione della nuova gestione, e offerta alla spina. L’anno successivo figurava come prima zwickel in bottiglia largamente distribuita nel settore alimentare austriaco. Con una moderata effervescenza, la schiuma, tendente al bianco sporco, si riversa enorme, cremosa, di buona ritenzione e allacciatura. La gradevole finezza olfattiva è a base di freschi profumi fruttati e di lievito, con qualche timido accenno di luppolo erbaceo, fieno, malto granuloso e dolciastro. Il corpo, da leggero a medio, ha una consistenza oleosa pressoché untuosa. Il gusto sa lusinghevolmente interessare il palato grazie a un ricco malto e all’elegante luppolizzazione; mentre una rinfrescante nota acida riesce facilmente a ritagliarsi un posticino al sole. Il finale dispensa suggestioni di erbe aromatiche avvolte nella secchezza, e non tanto percettibili. Benché terroso e appiccicoso, il retrolfatto sembra più maltato che amaro.
Raschhofer Classic, oktoberfest/märzen di colore biondo dorato (g.a. 5,4%); altro prodotto molto popolare, in precedenza Georgsbier Premium. Con una carbonazione da moderata a media, la schiuma, bianca come la neve, fuoriesce enorme ma grossolana e di rapida dissoluzione. La finezza olfattiva è sicuramente elegante: sotto gli intensi, insistenti, profumi di cedro, fiori e scorza di limone, si spandono delicati sentori di malto, grano, miele, luppolo erbaceo. Il corpo medio ha una consistenza pressoché acquosa, scorrevole, briosa. Non si mostra da meno il gusto, con un equilibrio, a dir poco, perfetto. Un malto granuloso, arrotondato dalla dolcezza, si integra arrendevolmente con il delicato amarore delle erbe aromatiche. Il finale è piacevolmente secco, anche se non dura più di tanto. Nel retrolfatto si esalta una lenta persistenza di luppolo speziato con un pavido richiamo di caramello.
Raschhofer Teufelskerl Bock, helles bock/maibock di colore giallo dorato e dall’aspetto a malapena intorbidito (g.a. 7,3%). Con una carbonazione moderata, la spuma bianca emerge a grana minuta, compatta, di media tenuta e cremosità. Sentori fruttati permeano la fresca tessitura di malto nell’aroma, sospinti da un alito di alcol e da un live speziato. Il corpo medio ha una trama a chiazza di petrolio, comunque briosa e scorrevole. Il gusto, delicatamente toccato dal malto, inizia con una certa neutralità, per prendere via via note di miele, pane, biscotti, frutta a polpa gialla, zucchero di canna; mentre dal sottofondo si leva un morbido amaro di luppolo erbaceo. Il finale, secco e pulito, anticipa la lunga persistenza retrolfattiva in cui si alternano impressioni di zucchero bruciato, caramello, lievito speziato, frutta secca, nonché una sbiadita reminiscenza di caffè e cioccolato amaro.