Cervecería Polar

Cervecería Polar

Tratto da La birra nel mondo, Volume III, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Caracas/Venezuela
Il più grande e famoso birrificio del Paese, è una delle tre filiali del conglomerato venezuelano di Empresas Polar: Cervecería Polar, Alimentos Polar e Pepsi Cola Venezuela.
La Empresas Polar nacque come birrificio, Cervecería Polar, nel 1941, per poi diversificarsi in una serie di industrie per lo più legate alla lavorazione e al confezionamenmto degli alimenti, coprendo anche i mercati esteri.
Dunque la Cervecería Polar fu fondata da Lorenzo Alejandro Mendoza Fleury, Rafael Lujan e Karl Eggers.
Il nome deriva dall’orso polare, la cui immagine è impressa sulle bottiglie di birra.
Durante la crisi economica in Venezuela nel 2016, la produzione di birra fu sospesa per l’impossibilità di reperire l’orzo.
Con una produzione di 10,5 milioni di ettolitri all’anno, la Cervecería Polar controlla l’85% del mercato venezuelano e lo 0,5 di quello mondiale.
I marchi sono due, Polar e Solera, entrambi con versioni diverse, a seconda della forza e del gusto.
Polar, premium lager di colore giallo paglierino con tonalità verdognole (g.a. 5%); confezionata in bottiglia d’ambra che preserva meglio il sapore. Creata per dissetare in un clima tropicale, ebbe una rapida diffusione negli Stati Uniti, soprattutto in Florida, ove diventò la birra preferita dalla popolazione di lingua spagnola. In Italia, arrivò nel 1991, e riscosse subito consensi, anche da parte dei consumatori avvezzi alle birre tradizionali. Con una carbonazione media, la schiuma bianca fuoriesce sottile, densa, stabile. La gradevole finezza olfattiva regala persistenti profumi di malto a malapena tostato, caramello, luppolo floreale, erbe fresche, lime, fieno, mais. Il corpo si presenta leggero, e di consistenza acquosa. Il gusto compie una corsa abbastanza rapida, ma regolare, all’insegna di un pregevole malto che sa armonizzare alla perfezione con le note, prima, amare delle erbe aromatiche, poi, acide di agrumi. Nel finale sale in cattedra un luppolo terroso, che lascia in bocca una discreta impressione di asciuttezza.