Tratto da La birra nel mondo, Volume III, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Furiani/Francia
Il primo birrifio corso, nel dipartimento dell’Alta Corsica. Fu aperto, nel 1996, da Dominique e Armelle Sialelli, nell’intento di sviluppare un progetto innovativo nell’isola con risonanza storica e valorizzazione dei prodotti locali. Il nome invece dell’azienda e delle birre Pietra e Serena deriva da Pietraserena, di cui è originario Dominique, un villaggio con appena 76 anime, sempre nell’Alta Corsica.
Nell’isola, la farina di castagna era stata da sempre utilizzata, ovviamente come cereale, mai però come materia prima nella produzione della birra. Ed è proprio questa la novità apportata da Pietra, il primo birrificio al mondo a utilizzare la farina di castagna non come semplice aromatizzante. Ciò ovviamente comportò due anni di studi ed esperimenti, per arrivare a queste lusinghiere conclusioni: l’alta fermentabilità delle castagne conferisce il caratteristico colore brillante, aiuta a mantenere la schiuma, rende il corpo strutturato e morbido, regala un sapore pieno di contrasti che trovano finalmente equilibrio in una lunga, piacevole, nota amarognola.
Degno di nota è anche il forte investimento della Brasserie Pietra nel recupero annuale di 50 tonnellate di anidride carbonica che vanno a coprire la maggior parte del fabbisogno aziendale. Ciò vuol dire ridurre notevolmente le emissioni nell’atmosfera di anidride carbonica che la birra comporta, sia in fase di produzione che di consumo.
Attualmente la produzione annua di birra supera i 30 mila ettolitri. Ma l’azienda produce anche bevande analcoliche, come la Corsica Cola, e un distillato di malto in collaborazione con la locale distilleria Mavena.
Pietra, lager alle castagne di un bel colore ambrato brillante (g.a. 6%); la prima elaborazione. Viene fermentata a partire da un mix di malto d’orzo e farina di castagna. L’etichetta precisa infatti con orgoglio: “Biera corsa accumudata cu a castagna”. Le castagne provengono da una località corsa famosa per questo frutto, Castagnariccia, a più di mille metri di altitudine. La ricetta prevede anche una minima percentuale di noci macinate. Con un’effervescenza molto spinta, la schiuma avorio erompe abbondante, solida, cremosa. Lo spiccato aroma di malto tostato, nocciola e miele di castagno è attraversato da sentori dolciastri, a tratti vagamente metallici, ed erbacei persistenti. Il corpo medio presenta una consistenza leggermente acquosa. Anche il gusto è inizialmente segnato dal malto; poi arrivano calde note di castagnaccio, avvolte in una secchezza da fumo. Senz’altro singolare è l’impressione del finale, che si protrae sin nel lungo, armonioso, retrolfatto: un delizioso amarognolo donato non tanto dal solito luppolo quanto dalla farina di castagne.
Pietra Colomba Blanche, witbier di colore giallo paglierino e dal tipico aspetto intorbidato dalla presenza di lieviti (g.a. 5%); la seconda creazione della Brasserie Pietra. Viene aromatizzata, come specificato sull’etichetta (che peraltro riporta il viso di una donna avvolto nel caratteristico mantello corso), aux arômes du maquis: mirto, corbezzolo, cisto e ginepro. Risulta pertaltro la birra più popolare dell’isola, con crescenti esportazioni verso parecchi paesi europei (in particolare, l’Italia), dovute alla massiccia presenza dei turisti nella stagione estiva. Il nome invece è quello di uno dei più famosi racconti (1840) dello scrittore francese Prosper Mérimée, in cui una giovane corsa spinge il fratello a vendicare la morte del padre. Con una vivace effervescenza, la schiuma bianca sgorga soffice e cremosa, ma non ha lunga durata, anche se lascia un bel pizzo intorno al vetro. Su fondo intensamente agrumato, l’aroma spande freschi odori vegetali e floreali, con discreto accenno di lievito e una forte presenza di spezie. Il corpo tende al medio, in una consistenza piuttosto acquosa. Il gusto invece ha una solida base di malto, che regge a meraviglia, in contrapposizione alla dolcezza del cereale, le note amarognole delle erbe e, nel finale, quelle acide degli agrumi che conferiscono al prodotto proprietà altamente rinfrescanti. A sua volta, il retrolfatto si propone secco e aspro, con ben distinte suggestioni di mirto e ginepro.
Serena, lager di colore biondo (g.a. 5%). Birra di puro malto al 100%, costituisce la terza elaborazione della casa, dopo Pietra e Colomba Blanche. Anch’essa contiene farina di castagne, ma, rispetto alla Pietra, è più leggera e ha gusto più morbido. Con una carbonazione alquanto sostenuta, la schiuma bianca, abbondante e soffice, mostra apprezzabile durata e allacciatura. L’aroma è granuloso e dolciastro, con sentori di grano e mais, malto e luppolo erbaceo, paglia e fieno, frutta a polpa bianca e spezie sottilmente penetranti. Il corpo risulta leggero, e di tessitura acquosa. Il gusto inizia con grano e pane bianco, aggiunge note fruttate che ricevono una certa dolcezza dal malto sottostante, assume quindi una lieve consistenza di castagna che elargisce suggestioni asciutte. Il finale apporta una rinfrescante punta di acidità fruttata. Nel breve retrolfatto compare una non certo sgradevole impressione amarognola.