Tratto da La birra nel mondo, Volume III, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Pittsburgh, Pennsylvania/USA
Conosciuta anche come Penn Brewery, fu la prima fabbrica di birra moderna della Pennsylsania, nata nel 1986 sul sito dell’ex Eberhardt and Ober Brewing Company, fondata nel 1870 dai cognati John Peter Ober e William Eberardt rilevando la fabbrica costruita nel 1850 dall’immigrato tedesco Conrad Eberardt.
Fu opera di Thomas Pastorius, discendente di Franz Daniel Pastorius che, a sua volta, nel 1683, aveva fondato il primo insediamento tedesco negli Stati Uniti.
Nel 2009 il birrificio chiuse i battenti, affidando la sua produzione alla Lion Brewery di Wilkes-Barre, sempre in Pennsylvania. Ugualmente, chiuse la Penn Brewery, ristorante e birreria all’aperto, in cui la Pennsylvania Brewing Company aveva una partecipazione di controllo dal 2003.
Sempre nel 2009 però, la Pennsylvania Brewing Company riprese la produzione; mentre la Penn Brewery veniva rilevata da un gruppo di investitori privati.
Con macchinari d’avanguardia importati dalla Germania, la Pennsylvania Brewing Company produce, in stile tedesco e in conformità al Reinheitsgebot, alcuni dei migliori esemplari di lager. Non per niente è stata soprannominata “il miglior segreto di Pittsburgh”.
Va ricordato, soprattutto, l’impegno di Pastorius, insieme alla moglie (Mary Beth), per far cambiare, nello Stato, la legge sugli alcolici che vietava, da prima del proibizionismo, di vendere birra o altri alcolici nel locale di produzione.
Penn Gold, münchner hell di colore dorato pallido (g.a. 4,5%). Vinse, nel 1991 e nel 1993, la medaglia d’oro al Great American Beer Festival nella categoria “munich light”. Con una moderata effervescenza, la schiuma bianca si riversa generosa e densa, dissolvendosi rapidamente e lasciando un minimo di allacciatura al vetro. Gli aromi non sono così intensi, ma sanno essere puliti e freschi, a base di malto, erbe, frutta, luppolo floreale, miele, pane bianco, orzo, limone. Il corpo tende al leggero, in una consistenza decisamente acquosa. Nel gusto, l’amaro del rampicante non riesce a contenere compiutamente la dolcezza del cereale; ma si tratta di uno sbilanciamento a malapena percettibile, senza alcun detrimento per la bevibilità. Anche perché non tarda ad arrivare il finale, di erbe secche e amare. Una vaga amabilità ricompare nello sfuggente retrolfatto di malto.
Penn Pilsner, amber lager/vienna di colore ambra chiaro (g.a. 5%); il marchio di punta. Viene tuttora realizzata, con malto d’orzo a due file e caramello, secondo la ricetta originale di Pastorius. Con una vivace effervescenza, la schiuma, di un bianco sporco, erompe sottile, cremosa e di decente allacciatura. L’aroma si esprime con delicatezza, quasi burroso, con sentori di grano, luppolo floreale, agrumi, pasta di pane, lievito, erbe, malto tostato, nocciola, fieno, miele, cracker, frutta. Il corpo, da leggero a medio, presenta una trama spiccatamente acquosa. Il gusto defluisce, morbido, succoso, con note di malto a malapena torrefatto, e in perfetto equilibrio con un sottile amarore da luppoo speziato. L’asciuttezza aspra del corto finale asciuga e ripulisce compiutamente il palato. Nello sfuggente retrolfatto sbuca una sensazione agrodolce piuttosto astringente, ma non sgradevole, anzi.
Penn Oktoberfest, oktoberfest/märzen di colore ambra chiaro (g.a. 5,5%); un prodotto autunnale. Con una vivace effervescenza, la spuma bianchiccia sbocca alta, soffice, ma non ha lunga durata. L’olfatto è dominato dal malto che, supportato da caramello, pane tostato, nocciola e, in sottofondo, dalla frutta matura, tiene bene a bada gli scalpitanti sentori floreali e di luppolo erbaceo. Il corpo, da leggero a medio, ha una consistenza parecchio acquosa. Il ricco, vibrante, gusto di luppolo e caramello, in perfetta armonia tra loro, apporta dolcezza, amarore, acidità, e volge lentamente verso un finale secco dall’accento speziato. Un tenue, ma cordiale, alone alcolico ingentilisce le sensazioni retrolfattive aspre di tostature.