Partizan Brewing

Tratto da La birra nel mondo, Volume III, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Londra/Inghilterra
Microbirrificio con sede a South Bermondset.
Andy Smith era uno chef con l’hobby dell’homebrewing. Dopo diversi mesi che non riscuoteva lo stipendio, lasciò il ristorante e trovò lavoro al pub White Horse.
Un giorno conobbe Andy Moffat, birraio della Redemption Brewing Company, che era venuto a consegnare alcuni fusti di birra. Subito nacque una simpatia tra loro, e Smith andò a lavorare da Moffat.
Due anni dopo Andy Smith ebbe l’opportunità di iniziare il lavoro come voleva lui, non certo quello che gli offriva la Redemption, quasi da impiegato. Evin O’Riordain, proprietario della vicina The Kernel Brewery, si stava trasferendo in locali più ampi per potersi ingrandire, quindi cercava appunto qualcuno a cui vendere il vecchio impianto da quattro barili.
A novembre del 2012 vide la luce la prima birra di Partizan Brewing. Era anche l’inizio di una gamma infinita. C’è da precisare, a proposito, che Andy Smith è uno di quei birrai abituati a sfornare novità con frequenza costante: per lo più si tratta di leggere variazioni della stessa ricetta, con diversi luppoli, malti o spezie. Basti pensare che parecchie birre prendono il nome proprio dal luppolo utilizzato. Ammirevoli sono invece le etichette disegnate da Alec Doherty, con le lettere della tipologia molto ben stilizzate.
Partizan Saison Galaxy, saison di colore arancio e dall’aspetto torbido (g.a. 5,4%). Galaxy è il nome del luppolo australiano utilizzato. Con una forte effervescenza, la schiuma bianca sbocca enorme, fine, pannosa, di notevole durata. All’olfatto esplode subito l’esuberante intensità del luppolo, con i suoi profumi, a tratti anche pungenti, di agrumi, frutto della passione, albicocca, melone, ribes nero, fieno, cereali, pepe. Il corpo, medio-leggero, ha una consistenza spiccatamente acquosa. Nel gusto, un buon malto biscotto si propone per gettare la base; immediatamente ne approfittano gli agrumi (dal pompelmo al lime e al limone) per plasmarlo con la loro scorza amara, fino all’arrivo di una “bella” acidità rinfrescante. Il finale si rivela quasi gessoso, nella sua blanda secchezza. Impressioni di mango, luppolo e coriandolo caratterizzano la discreta persistenza del retrolfatto.
Partizan Stout FES, foreign stout di colore nero e dall’aspetto opaco (g.a. 8,6%). FES sta per Foreign Export Stout. Con una carbonazione piana, la schiuma beige, benché non abbondante, si rivela sottile, compatta, duratura sino alla fine della bevuta. All’olfatto domina il caffè, liquido e macinato, quasi non curandosi degli emergenti sentori di malto torrefatto, cioccolato fondente, liquirizia, tabacco, frutta scura, pane di segale, legno di quercia. Il corpo medio-pieno, ha una consistenza cremosa tendente all’acquosa. Sotto l’egida di un leggero luppolo un po’ terroso ma piacevolmente amaro, il gusto si snoda con morbida intensità, regalando note di tostature, uvetta, cioccolato, melassa, caffè, prugne, liquirizia. Nel finale il caffè trova la maniera per erogare una fresca punta di acidità. Sempre il caffè, si arroga il diritto di fornire al retrolfatto coinvolgenti sensazioni amarognole.
Partizan Pale Ale Amarillo Pacific Jade, american pale ale di colore oro con riflessi aranciati e dall’aspetto intorbidato dai sedimenti di lievito (g.a. 5,5%). Con una moderata effervescenza, la schiuma bianchiccia si leva sottile, cremosa, di buona durata e allacciatura. L’olfatto offre, nella sua freschezza, un ricco bouquet in cui si esaltano in modo particolare profumi floreali, di malto, frutta tropicale, pino, erbe, caramello, paglia, luppolo agrumato. Il corpo leggero tende al medio, in una consistenza lievemente grassa. Una decente base di malto biscotto, supportata a breve distanza dalla frutta tropicale, consente il defluire delle note acri della scorza di agrumi in perfetto equilibrio con quelle erbacee del luppolo; presto però le seconde iniziano con lo sminuire le prime per poi annullarle, fino al trionfo incontrastato dell’amarore. È il preludio alle lunghe suggestioni piccanti di un retrolfatto pulito e rinfrescante.