Pivovar Náchod

Tratto da La birra nel mondo, Volume III, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Náchod/Repubblica Ceca
Birreria in cima a una collina, nella regione di Hradec Králové.
I borghesi di Náchod avevano già ottenuto il diritto di fermentazione nelle loro cantine. Nel 1871 il Consiglio Municipale approvò la proposta per la costruzione del birrificio municipale. L’anno successivo fu posta la prima pietra e, un anno ancora dopo, col mastro brirraio Antonín Lutz, ebbe inizio la produzione. Ma solo nel 1935 cominciò a essere utilizzato il marchio Primátor.
Dopo la seconda guerra mondiale, furono apportati i necessari ammodernamenti, tra cui l’installazione della linea d’imbottigliamento. Seguirono, nel 2000, altre modifiche. Infine, nel 2009, la fabbrica fu venduta alla società LIF di Liberec.
Utilizzando gli impianti tradizionali ben combinati con la moderna tecnologia, la Pivovar Náchod propone birre secche e gradevoli.
Primátor Double 24, baltic porter di colore marrone scuro con riflessi ramati e dall’aspetto opaco (g.a. 10,5%); conosciuta anche come Primátor Double Bock. Dal 1990 è la birra ceca più forte, realizzata con cinque tipi di malto (ceco, bavarese, caramello, colorante e grano). Per l’alto contenuto di estratto puro che può provocare un’esplosione di energia e risveglio dei sensi, viene considerata “Viagra nero”. La carbonazione è piana; la spuma nocciola, a bolle piuttosto grossolate e di rapida dissoluzione anche se lascia un bel pizzo al bicchiere. L’aroma si apre con tutta la dolcezza del malto tostato, della liquirizia, dello sciroppo d’acero, del caramello, della frutta secca, della melassa; anche con sentori erbacei ma, soprattutto, con un forte calore alcolico. Il corpo, medio-pieno, ha una consistenza cremosa e appiccicosa. La pesante presenza dell’etanolo anche nel gusto è a scapito della facilità di bevuta, nonostante tutta la “buona volontà” del malto tostato, del caffè, della frutta, del caramello, del cioccolato, che armonizzano con l’amarore erbaceo per tenere in piedi un equilibrio decente. Anche il finale caramellato, abboccato e burroso, accusa il troppo calore dell’alcol. Impressioni amare e tostate caratterizzano la lunga persistenza di un retrolfatto agrodolce.
Primátor Premim Lager 12°, czech pilsner di colore dorato intenso (g.a. 5%); il prodotto di punta, peraltro di notevole qualità. Con una media effervescenza, la schiuma bianca, non molto fine, ma spessa e pannosa, mostra buona tenuta. Agrumi e luppolo erbaceo, malto e caramello, pane e biscotti, terra e paglia, miele e fiori, nocciola e mais, allestiscono un bouquet olfattivo di elevata intensità e finezza gradevole. Il corpo, da leggero a medio, ha una consistenza quasi oleosa. Il sapore, dopo un moderato imbocco dolce, prende note, prima, fruttate e acide, poi, secche di fieno e cereali, per sfociare in un forte amarore pungente che finisce per compromettere parzialmente l’equilibrio gustativo. A sua volta, l’alcol fa poco o nulla per non farsi notare. Nella sua lunga persistenza, il retrolfatto cerca di introdurre un po’ di dolcezza; ma ne risulta un agrodolce vegetale piuttosto amaro.
Primátor Diamant, czech pilsner di colore dorato (g.a. 3,8%). Si tratta di una birra per diabetici e consumatori che soffrono di problemi digestivi. È ottenuta con una forte fermentazione che alleggerisce il corpo e riduce i carboidrati e le proteine. La moderata carbonazione origina una schiuma bianchiccia soffice, cremosa e di sufficiente tenuta. L’aroma si apre fresco e tenue, di malto in primo piano; a seguire, con richiami di erbe, luppolo, grano, lievito, polvere, terra. Il corpo risulta sottile, e di consistenza acquosa. Il sapore abboccato, di caramello e cereali, è intessuto di note luppolizzate e defluisce a proprio agio in un solido alveo di lievito fruttato ed erbe aromatiche. Nel corto finale compare una rinfrescante punta acidula. Lo sfuggente retrolfatto manda fuori una delicata suggestione amarognola.
Primátor Nealko, czech pilsner analcolica di colore dorato intenso tendente all’ambra (g.a. 0,5%). Con una media effervescenza, la spuma bianchiccia emerge abbondante, cremosa, ma di scarsa ritenzione. L’aroma è piacevolmente maltato, con spunti di mosto, cereali, prugne secche, terra, uvetta, luppolo erbaceo. Il corpo, molto sottile, ha una consistenza acquosa. Il gusto, di pane e amido, reca morbide note acidule, dolci e amarognole, insieme, che conferiscono snellezza e sensazioni fresche alla bevuta. Nel corto finale arriva un soffio di luppolo. Sfuggenti impressioni di verdure bollite animano il retrolfatto.