Tratto da La birra nel mondo, Volume III, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Bocholt/Belgio
Birrificio del Limburgo, risalente al 1758. Fu fondato, annesso alla sua locanda, da Adriaan Geerkens.
Nel 1823 Isabella, nipote di Adriaan, sposò Theodorus Martens, figlio di un birraio di Reppel. Frans, loro figlio, trasformò l’attività in vera e propria azienda birraria.
Nel 1919 Jean Martens fondò il più grande museo della birra in Europa, Bocholter Brewery Museum, con caldaie di rame, compressori, scambiatori di calore.
Nel 1923 ebbe inizio la produzione a bassa fermentazione e, dal 1962, metà di essa avviene secondo il Reinheitsgebot, per l’esportazione in Germania.
Nel 1988 la Martens acquistò dalla Interbrew la olandese Hengelo Bier. Nel 2007 creò un nuovo birrificio a Kaulille, un borgo di Bocholt.
E, dopo la forte espansione che seguì il secondo conflitto mondiale, la Martens è giunta ai nostri giorni sempre nelle mani dei discendenti e come la seconda più grande azienda birraria del Paese dall’immenso flusso di esportazione (l’85% del totale produzione). Grazie infine alla cooperazione con il Far Eastern Group, uno dei maggiori conglomerati di Taiwan, produttore tra l’altro di bottiglie in PET, dal 2008 la birra Martens, per il mercato cinese, viene realizzata nelle vicinanze di Shanghai.
Oggi la produzione annua della Brouwerij Martens “viaggia” sui 3,6 milioni di ettolitri annui. Soprattutto è impegnata con etichette private per Carrefour, Makro, Aldi, Cora.
Sezoens Blond, saison di colore arancione chiaro (g.a. 6%); la tradizionale birra estiva della zona belga francofona. Segue le regole del Reinheitsgebot e subisce il filtraggio. L’aromatizzazione invece è tardiva, con luppolo fresco all’inizio dei tre mesi di maturazione e delle ultime due settimane. La carbonazione, da media ad alta, genera una spuma biancastra densa, solida, di buona allacciatura. La finezza olfattiva è gradevole, con i suoi profumi fioriti di luppolo frammisti armonicamente a sentori fruttati, di agrumi, malto, cereali, lievito, coriandolo. Il corpo medio appare solido e leggero, insieme, fluido e pulito, in una consistenza oleosa. Nel gusto l’amabilità del malto si stempera tra la secchezza dell’amaricante e le delicate note fruttate. Il luppolo prende il sopravvento a fine corsa, e lascia una perentoria impronta di amaro nella corta persistenza retrolfattiva.
Martens Pils, pilsner di colore biondo chiaro (g.a. 5%). È un prodotto moderno, lanciato nel 1987 in risposta al gusto dei consumatori emerso dalle ricerche di mercato. Con una carbonazione decisa, la spuma bianca, fine e cremosa, si assottiglia lentamente rimanendo attaccata al vetro. L’aroma si libera piuttosto debole e granuloso, a base di malto, erba fresca, pane, agrumi, nocciola, marzapane, fieno. Il corpo, da medio a leggero, ha una consistenza parecchio acquosa. Cereale e amaricante si equilibrano al punto da rendere il gusto neutro e con lievi note metalliche. Il finale, secco e corto, è un mix di sensazioni floreali e terrose. Nello sfuggente retrolfatto, erbaceo e burroso, fa capolino un tocco di fresca acidità.
Kristoffel Belgian White Beer, witbier di colore dorato e dall’aspetto tipicamente opalescente (g.a. 5%). Come riportato in etichettà, è una duo-brouw, prodotta dal 1993 in cooperazione con la Sint Jozef Brouwerij di Opitter. Con una carbonazione vivace, la schiuma bianca sbocca abbondante, densa, consistente, ma di scarsa aderenza. L’aroma si apre fresco, e di elavata intensità, sebbene di breve durata: banana matura, pane bianco, malto, erba appena tagliata, luppolo agrumato, grano, lievito, chiodi di garofano, coriandolo, scorza di arancia amara. Il corpo, da leggero a medio, ha una tessitura piuttosto acquosa. Luppoli citrici, mordenti e rinfrescanti, un erbaceo granuloso, lievito secco, spezie, una lieve asprezza, accompagnano per l’intero percorso l’intensa acidità fruttata. Un luppolo terroso, quasi pungente, segna il breve finale asciutto. Nello sfuggente retrolfatto compare una sensazione amara di coriandolo e chiodi di garofano.
Kristoffel Blonde, belgian ale di colore giallo dorato (g.a. 6%). La spuma bianca, alta e compatta, è gestita da una vivace carbonazione. L’aroma si apre dolciastro e granuloso, a base di malto, lievito fruttato, caramello, agrumi, zucchero a velo, grano, vaniglia, e all’ombra di sentori floreali. Il corpo, medio-leggero, ha una tessitura piuttosto acquosa. Il gusto, dopo l’inizio pressoché alcolico, accusa qualche accenno metallico, quindi si volge verso un amaro floreale con fresche note erbacee. Il finale apporta una lieve ventata di dolcezza, con frutta, miele, vaniglia. Dal retrolfatto si sprigionano impressioni amarognole aspre infervorate da uno stuzzicante piccantino e dalla cordialità dell’etanolo.