Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Krombach/Germania
Fabbrica di birra a Kreuztal (Krombach), nella Renania Settentrionale-Vestfalia.
Nel 1722 il principe di Siegen diede l’incarico all’ispettore minerario Fresenius di cercare metalli nobili nella regione del Rothaargebirge, ricca di boschi fitti e fresche sorgenti. Fu invece trovata acqua pura che sgorgava dalle rocce. Ma solo nel 1803 qualcuno si decise a utilizzare quell’acqua per preparare la birra.
Johann Eberhard Haas possedeva una taverna a Krombach. Secondo un regolamento del 25 luglio 1618, la vendita di birra era consentita soltanto ai ristoranti che la producevano in proprio. Fu così che, nel 1803, il figlio di Johann Eberhard Haas, Johannes, aggiunse il birrificio all’attività di famiglia.
Lo spostamento nel sito attuale avvenne probabilmente tra il 1858 e il 1882. Mentre la fabbrica, nel 1896, fa venduta da Hermann Haas a Otto Eberhardt che la chiamò Hausbrauerei Eberhardt and Co.
La prima pilsner, a Kreuztal, comparve nel 1900, con la ricetta portata dal garzone di un birraio boemo.
Nel 1922 la proprietà dell’azienda passò a Bernhard Schadeberg, ed è tuttora nelle mani dei suoi discendenti.
Con la seconda guerra mondiale la produzione si ridusse ai minimi termini; ma già nel 1955 sfiorò i 100 mila ettolitri. Oggi gli ettolitri rasentano i 6 milioni, cosa che consente alla Krombacher di occupare il 35° posto tra i grandi produttori mondiali, con una quota di mercato dello 0,3%.
Inoltre questa azienda propone uno dei marchi di maggior successo in Germania: quella Pils che continua a essere elaborata secondo la ricetta originale, e con la medesima acqua di sorgente rocciosa, povera di minerali. E non solo.
Possiede una delle fabbriche di birra più moderne d’Europa, che produce anche le birre di tre fabbriche rilevate e poi chiuse: la Brauerei Rhenania di Krefeld (grande produttore di altbier), la Eichener Brauerei di Eichen e la Privatbrauerei A. Rolinck di Steinfurt. È penetrata col proprio brand in Romania, tramite la BR Dinamic Distribution. Ha fatto il suo ingresso anche nel campo delle bevande analcoliche, con l’acquisto del marchio Schweppes per la Germania e l’Austria, nonché dei diritti di distribuzione sugli stessi mercati di Orangina. Si è dotata di una nuova grande linea di confezionamento per le bottiglie.
Molto attiva si conferma la sua presenza anche nelle sponsorizzazioni, dalla Formula Uno al calcio (Champions League, Coppa UEFA) e a tante altre discipline sportive (biathlon, hockey su ghiaccio, pallavolo, canoa, slittino).
Krombacher Pils, pilsener di colore dorato chiaro e dall’aspetto limpido (g.a. 4,8%). Con una media effervescenza, la schiuma si genera fine e spessa, di buona durata e aderenza. L’aroma è riccamente luppolizzato, gradevole, pulito; e non senza qualche richiamo floreale, erbaceo, di malto, caramello, mais. Il corpo appare strutturato e rotondo, in una consistenza piuttosto annacquata. Nel gusto, l’equilibrio risulta notevole, con la dolcezza del malto e l’amaro del luppolo che dominano senza però sovrastare i competitori, tra cui pane, agrumi, caramello, miele, fieno. Il finale, un po’ piccante, si dilegua in fretta. Più lungo, ma non di tanto, il retrolfatto eroga con eleganza una secca impressione amarognola dall’accento tra acidulo e metallico.
Krombacher Pils Alkoholfrei, pilsner analcolica di colore oro chiaro (g.a. 0,4%). L’effervescenza media sviluppa una spuma bianca sottile e consistente. L’aroma è ben distinto di luppolo floreale, con qualche accenno di mais, erbe, pane, malto, agrumi, fieno, verdure cotte. Il corpo è leggero, e di consistenza acquosa. Il gusto, asciutto e rinfrescante, denota un certo orientamento all’erbaceo con evocazioni di amaro. Il finale è relativamente asciutto, croccante, anche un po’ astringente. Il corto retrolfatto libera lievi suggestioni di mosto.
Conto terzi
Salitos Tequila, radler di colore paglierino chiaro (g.a. 5,9%); combinazione di birra e Tequila de Jalisco, prodotta per Salitos Beverages di Paderbom. Con una carbonazione da bassa a media, la schiuma bianca emerge spessa, abbondante, ma si dilegua in fretta. L’aroma si libera quasi in sordina, con labili sentori di cereali, agrumi, malto, pane, erbe, e un richiamo a malapena percettibile di tequila. Il corpo appare sottile, e di consistenza acquosa un po’ appiccicosa. Il gusto, dominato per l’intero percoso dalla tequila, chiude in secchezza quasi astringente. Il finale accenna alla frutta tropicale. Il retrolfatto si affretta a esprimere le sue “stanche” sensazioni dolci di calce, aspre di limone, acide di frutta fermentata.