Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Fürstenfeldbruck/Germania
La Schlössbrauerei Kaltenberg, fondata nel 1871, si trova nel classico castello bavarese Kaltenberg che dista meno di 50 chilometri da Monaco, vicino a Geltendorf. Edificato nel 1670 su un antico sito celtico risalente almeno al secolo XIII, il castello venne ricostruito in stile neogotico nel 1848. Fu opera di Ludwig I che peraltro abbellì la città di Monaco e appunto per la sua politica troppo dispendiosa (a parte lo scandalo suscitato dalla relazione con la ballerina Lola Móntez) fu costretto ad abdicare. Ma non si rivelò da meno il figlio, Massimiliano II, che favorì lo sviluppo culturale e artistico della città, facendone un centro di livello europeo.
Nel 1918, la proclamazione della Repubblica Tedesca pose fine, con Ludwig III, alla dinastia dei Wittelsbach in Baviera; ma il pronipote, il principe Luitpold, che rilevò l’azienda nel 1976, si considera teorico erede al trono.
Nel castello si trovano anche un ristorante e una birreria all’aperto. Qui, dal 1980, nel mese di luglio si svolge il Kaltenberg Jousting Tournament che, con le sue rievocazioni di tornei medievali, richiama almeno 100 mila persone.
La produzione complessiva supera i 340 mila ettolitri l’anno; ma solo 100 mila escono dalla fabbrica di Kaltenberg. L’azienda possiede infatti anche un’altra fabbrica, più moderna, la Oberbräu di Holzkirchen, che produce tutta una gamma a marchio Holzkirchen. Collabora, dal 2003, con la Postbrauerei Thannhausen per la realizzazione di antiche ricette. E gran parte della produzione avviene su licenza nel Regno Unito, in Svezia, in Croazia, con il marchio Kaltenberg. Dal 2001 infine la König Ludwig è partecipata dalla Warsteiner.
Il principe Luitpold ha dato un’impronta personale quanto esaltante all’impresa. La costante attenzione per la qualità, il rispetto assoluto della tradizione e un’oculata politica di marketing, insieme, hanno portato la König Ludwig ad assumere il ruolo, prima, di protagonista nel rinascimento della birra in Germania e, poi, di agguerrito concorrente di tutti i birrifici di Monaco.
L’azienda stessa sovrintende alla produzione delle materie prime utilizzate per l’ampia gamma di birre, sia regolari che stagionali.
Di particolare interesse si rivela la linea delle birre di frumento dall’aroma delicatamente speziato e con gradevole gusto fruttato, elaborate secondo l’esclusiva ricetta che si sono tramandata da secoli i mastri birrai della fabbrica.
E adesso cerchiamo di dare una spiegazione ai tre marchi utilizzati: Kaltenberg, Prinzregent Luitpold e König Ludwig. Il primo, riprende la denominazione del castello. Il secondo, porta il nome di Luitpold di Wittelsbach che assunse la reggenza della Baviera per l’infermità mentale del nipote Ottone I. Il terzo, è un omaggio alla memoria di Ludwig II di Baviera, trovato annegato nel lago di Starnberg nel 1886, alcuni giorni dopo che era stato dichiarato deposto per i ripetuti segni di squilibrio mentale.
König Ludwig Dunkel, dunkel di colore marrone molto scuro (g.a. 5,1%); classica münchner dunkel. Con una moderata effervescenza, la schiuma cachi sgorga abbondante, compatta e di ottima ritenzione. Il ricco aroma di luppolo terroso esala in tutta la sua freschezza lievemente amara, quasi emulato dai sussidiari sentori di caffè, zucchero bruciato, cioccolato fondente, malto tostato. Il corpo, medio-pieno, ha una consistenza tra grassa e cremosa. Un morbido sapore di caramello si snoda vivacemente su robusta base tostata. Il finale è secco, piuttosto aspro. Il breve retrolfatto propone impressioni amarognole di luppolo erbaceo.
König Ludwig Hell, helles di colore biondo (g.a. 5,1%); conosciua anche come Kaltenberg Hell. Con una morbida effervescenza, la schiuma bianca si leva abbondante, sottile, abbastanza persistente. L’aroma è fresco, e piuttosto impresso dal malto, con qualche accenno, a corollario, di lievito, erbe, pane, limone, grano, semi di coriandolo, esteri di banana. Il corpo, medio-leggero, presenta una terssitura oleosa un po’ appiccicosa. È ancora il malto a mettersi in evidenza nel gusto, col supporto di un fruttato molto sottile. Verso il finale prende piede l’asciuttezza del luppolo, e il retrolfatto rimane delicatamente avvolto in una consistenza amarognola di gran pulizia.
Kaltenberg Ritterbock, doppelbock di colore marrone rossastro (g.a. 9%). È disponibile nel periodo della Quaresima. Con una carbonazione molto bassa, la schiuma beige, fine e cremosa, mostra una media persistenza. L’aroma di malto tostato fa emergere generosamente labili sentori di luppolo, frutti scuri, caramello, lievito, cioccolato, pane, spezie leggere. Il corpo è di struttura non particolarmente robusta, però abbastanza soffice. Il sapore porta l’impronta decisa del malto la cui dolcezza viene mitigata da una secca venatura di cacao amaro. Il finale sopraggiunge pulito, e si perde nella lunga sensazione amaricante del retrolfatto.
König Ludwig Weissbier, hefe weizen di colore oro pallido e dall’aspetto velato (g.a. 5,5%); conosciuta anche come Prinzregent Luitpold Weissbier Hell. È considerata una delle migliori birre di frumento tedesche. Con una moderata effervescenza, la spuma bianca fuoriesce abbondante, cremosa e tenace. All’olfatto si sprigionano attraenti profumi di lievito piccante, crosta di pane, chiodi di garofano, esteri di banana, grano, erbe aromatche, fieno, legno bruciato. Il corpo leggero scivola lentamente in una consistenza tra cremosa e acquosa. Nel gusto, fresco e vivace, si esaltano piacevoli note di banana matura, pane di grano, gomma da masticare, lievito fruttato, biscotto, limone, chiodi di garofano. Alla fine della corsa, animata e regolare, emerge una punta aspra di limone. Il retrolfatto esala delicate impressioni amare di luppolo floreale.
König Ludwig Weissbier Dunkel, dunkel weizen di colore marrone e dall’aspetto lievemente torbido (g.a. 5,5%); conosciuta anche come Prinzregent Luitpold Weissbier Dunkel. La carbonazione è sostenuta; la ricca schiuma, soffice e alta, sembra quasi abbronzata. Nell’aroma sono vagamente riconoscibili sentori di banana e chiodi di garofano, con qualche lontanissimo richiamo di grano, pane appena sfornato, noci, cereali tostati, caramello. Il corpo, medio-leggero, presenta una tessitura un po’ acquosa. Il gusto, pieno, voluttuoso, dopo un impatto abboccato, prende note speziate e si evolve verso un finale asprigno. Il retrolfatto si propone subito con un tocco di acidità, stemperato delicatamente da un mix dolciastro di banana, crostata, orzo, cioccolato, avvolto in un caldo alone alcolico.