Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Akron, Ohio/USA
Dopo due anni di esperimenti in casa delle proprie ricette, nel 1996 Fred Karm fu assunto come mastro birraio dal brewpub Thirsty Dog.
Con la chiusura, nel 2005, del Thirsty Dog, Fred decise di aprire lui stesso un brewpub. Purtroppo il capitale che riuscì a racimolare dalle banche gli permise soltanto di acquistare l’impianto del Thirsty Dog per mettere su un microbirrificio, Hoppin’ Frog Brewery. Frog è il soprannome di Fred, affibbiatogli in famiglia per distinguerlo dal padre con lo stesso nome.
Le medaglie ottenute ai Great American Beer Festival e alla World Beer Cup portarono presto in auge il birrificio, distintosi per le sue elaborazioni robuste, a volte estreme, molto luppolizzate e con gradazione alcolica generalmente elevata.
Oggi le birre della Hoppin’ Frog Brewery sono disponibili in parecchi stati americani; anche all’estero, soprattutto nel Belgio e in Olanda.
Nel 2013 fu inuaugurata la Tasting Room dove, oltre alle birre della casa e di altri produttori, si possono gustare stuzzichini vari, in particolare zuppe.
Hoppin Frog Mean Manalishi, imperial IPA color ambra con sfumature rossastre e dall’aspetto nebuloso (g.a. 8,2%). La spuma di un beige chiaro, densa e tenace, è gestita da una morbida effervescenza. L’aroma si libera con sentori di resina, malto dolce, aghi di pino, caramello, frutta tropicale, melassa, pane tostato, agrumi. Il corpo medio presenta una trama oleosa alquanto appiccicosa. Con una solida base di malto, il sapore può sfruttare nella maniera più efficace l’amarore vegetale e resinoso che accompagna la bevuta dall’inizio alla fine. Mentre è da una secchezza terrosa della chiusura gustativa che il retrolfatto prende spunto per scandire le proprie lunghe, intense, suggestioni fruttate avvolte nel cordiale calore alcolico.
Hoppin Frog Café Silk Porter, plain porter di colore nerastro (g.a. 6,2%); con utilizzo di chicchi di caffè in infusione. La carbonazione è abbastanza contenuta; la spuma nocciola, compatta, cremosa, duratura. Al naso, domina il caffè, lasciando poco spazio a sentori di orzo tostato, cacao, vaniglia, liquirizia, more. Il corpo, sorprendentemente snello, presenta una trama quasi setosa. Il gusto ostenta eccellente equilibrio, da moderato a pesante dolce e moderato amaro, con una punta, a corollario, di acidità di malti scuri. Il finale arriva leggermente amaro e secco. Il retrolfatto regala impressioni di caffè e tostature, sotto l’egida di uno stuzzicante cioccolato fondente.