Goose Island Brewery

Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Chicago, Illinois/USA
Prende il nome dalla vicina isola artificiale sul fiume che attraversa Chicago.
Partì col brewpub Clybourn, aperto nel 1988 da John Hall. Mise su un microbirrificio separato nel 1995 e aprì un secondo brewpub nel 1999.
È da considerare senz’altro una società coriacea, se aveva resistito in una città difficile che aveva costretto alla chiusura tanti altri birrifici. Poi ebbe la felice idea di scegliere come partner distributivo la Anheuser-Busch, e la sua produzione ebbe una crescita esponenziale. Ma, nel 2011, finì fagocitata dal colosso Anheuser-Busch InBev. Mentre lo storico mastro birraio Greg Hall lasciava l’azienda di famiglia per passare alla produzione del sidro.
Ale in stile inglese e lager di tradizione tedesca formano a rotazione, sempre nuove e alcune anche in bottiglia, la vastissima gamma di produzione.
Goose Island Honkers Ale, special bitter ale di colore oro scuro (g.a. 4,3%); la punta di diamante del birrificio staccato. Con la carbonazione quasi piatta, la spuma fuoriesce spessa e di medie dimensioni, ma scompare rapidamente. Il luppolo Styrian Golding fa sfoggio della propria finezza nell’aroma acuto, insistente. Il corpo è rotondo e di trama acquosa. Un armonioso gusto di luppolo scorre su base secca e appena fruttata. Il finale, asciutto e pulito, introduce un discreto retrolfatto dalle sensazioni di quercia ed erbacee.
Goose Island Goose IPA, india pale ale di colore arancio e dall’aspetto leggermente velato (g.a. 5,9%). Con una media effervescenza, la schiuma emerge minuta, cremosa, ma di scarsa ritenzione. L’aroma è piuttosto debole, coi suoi sentori erbacei e resinosi, di pino e agrumi. Il corpo medio presenta una consistenza alquanto oleosa. Il gusto è denso, solido, caramelloso; e si avvia pian piano verso un lungo finale asciutto e amaro. Il retrolfatto emana impressioni vegetali e a malapena pepate.