Galbraith’s Brewing Company

Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Auckland/Nuova Zelanda
Brewpub aperto nel 1995 in una vecchia biblioteca da Keith Galbraith, entusiasmato dalle cask conditioned ale durante un viaggio nel Regno Unito. Opportunamente istruito da Bob Hudson, ex birraio della Larkins, nel Kent, Keith, che aveva alle spalle una lunga esperienza nell’industria del vino, cominciò subito a produrre “autentiche ale con sedimento”, come lui stesso le definiva, luppolizzate e ricche di aromi e gusti. Successivamente ampliò la gamma con non men interessanti lager d’ispirazione tedesca e ceca.
Galbraith’s Eden Vine IPA, india pale ale di colore ambrato (g.a. 6,2%). Con una carbonazione piuttosto contenuta, la spuma emerge di medie dimensioni, sottile e di buona allacciatura. Il bouquet si apre fresco e penetrante, di luppolo speziato, con qualche accenno di foglie secche. Il corpo medio presenta una consistenza abbastanza cremosa ma equilibrata. Un gusto deciso, con lunghe note di luppolo, si esalta su fondo solido sostenuto dal malto. Il vivace finale porta impressioni di radici e di pepe. Il retrolfatto propone persistenti sensazioni amare che creano un certo languorino nello stomaco.
Galbraith’s Resurrection, abbazia tripel di un profondo rosso rame (g.a. 8,7%); ottima interpretazione dello stile belga. Con un’effervescenza abbastanza bassa, la schiuma viene fuori cremosa e duratura. L’elegante finezza dell’olfatto dispensa, in “bella” intensità, aromi di cereali con sentori di frutta matura. Il corpo è sicuramente di grande struttura, con una trama cremosa e un po’ appiccicosa; regge comunque a meraviglia un sapore pieno di malto e di zucchero candito. Il finale arriva secco, pulito, per schiudersi nell’ampia ricchezza retrolfattiva leggermente astringente.
Galbraith’s Rurik Russian Imperal Stout, imperial stout di un profondo nero (g.a. 7,8%); del tipo baltico. La carbonazione è moderata; la spuma color crema, densa e di sufficiente stabilità. La straordinaria complessità aromatica si esprime con toni caldi, in particolare, quello dell’orzo tostato dalle sottili venature di catrame. Il corpo, medio-leggero e di tessitura piuttosto acquosa, sostiene un gusto morbido che sa tanto di caffè, nocciole carbonizzate, cioccolato fondente. Il finale sopraggiunge asciutto, vigoroso, subito seguito da una lunga persistenza del retrolfatto con piacevoli suggestioni amare e speziate.
Due luppolizzatissime ale, tipiche dell’Inghilterra meridionale, vengono servite con pompa a mano:
Galbraith’s Bellringer’s Best Bitter, extra special bitter ale (g.a. 4,5%); dall’aroma floreale e di gusto morbido e fine, con luppolo Fuggle e Golding;
Galbraith’s Bob Hudson’s Bitter, bitter ale (g.a. 4%); lievemente più amara e dal profumo intenso, con luppolo Golding.