Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Londra/Inghilterra
Microbirrificio nel quartiere di Bermondsey. Fu fondato nel 2013 dai fratelli Daniel e Thomas Lowe, entrambi con un passato da homebrewer. Il mastro birraio è John Driebergen, proveniente dalla Meantime. Il nome invece si riferisce ai quattro elementi fondamentali della birra: acqua, malto, lievito e luppolo.
Si vanta, e a ragione, di essere stato il primo birrificio artigianale inglese a dotarsi da subito di un impianto per il confezionamento in lattine. Mentre la sua Fourpure Pilsner viene distribuita, tramite la catena Marriott, nei bar degli hotel di Londra. Addirittura lo chef stellato Michel Rou mette in carta le birre Fourpure nei suoi ristoranti. Alla taproom dell’azienda infine, aperta il venerdì e il sabato, si possono gustare alla spina le specialità della casa o comprarle per l’asporto.
Fourpure Hoptart, berliner weisse di colore dorato e dall’aspetto leggermente velato (g.a. 3,7%). Con una carbonazione alquanto vivace, la spuma, cremosa e compatta, ostenta notevole durata. Il luppolo, utilizzato anche a secco, conferisce all’olfatto intensi, quasi pungenti, profumi fruttati, soprattutto tropicali, con sentori anche di pane, erba, scorza di agrumi. Il corpo, medio-leggero, presenta una consistenza sottile, un po’ acquosa. Il gusto si snoda fresco, asciutto, pulito, con morbide note di frumento, frutta acerba, malto, fieno. Una punta di acidità lattica impronta il finale. Rimangono in bocca non sgradevoli suggestioni erbacee astringenti.
Fourpure Shape Shifter, india pale ale di colore arancio nebuloso (g.a. 6,4%); buona interpretazione dello stile West Coast IPA. La schiuma minuta, cremosa, persistente, è gestita da una morbida effervescenza. L’olfatto si esprime con eleganza e intensità, a base di pompelmo, luppolo fruttato, pino, mango, ananas. Il corpo, medio-leggero, presenta una trama piuttosto oleosa. Il gusto si ispira agevolmente a malti leggeri, frutta tropicale, agrumi, in una corsa lunga e di estrema pulizia. Un amaro resinoso e pungente segna il finale col supporto del calore alcolico. Il retrolfatto, nella sua lunga persistenza, si appella a semplici suggestioni di litchi.