Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Frederick, Maryland/USA
Nel 1990 George Stranahan aprì, a Aspen, nel Colorado, il Flying Dog Brewpub, mutuando il nome dal ranch di un socio.
Con la rapida crescita della domanda di mercato, il Flying Dog Brewpub costituì, nel 1994, una joint venture con il brewpub Wynkoop Brewing Company, aprendo una fabbrica a Denver, sempre nel Colorado.
Nel 2000 la Flying Dog rilevò la quota del brewpub Wynkoop nella fabbrica di birra e aprì una seconda sede a Denver.
Nel 2006 la Flying Dog acquistò la Frederick Brewing Company, di Frederick appunto. A fine 2007 decise di chiudere la fabbrica di Denver, che aveva bisogno di un costoso miglioramento delle infrastrutture, concentrando la produzione a Frederick.
La più grande fabbrica di birra del Maryland e la 37a più grande fabbrica di birra artigianale negli Stati Uniti, la Flying Dog Brewery ha una produzione di 100 mila barili all’anno; birre di carattere e, insieme, beverine.
Le etichette sono opera di Ralph Steadman, illustratore delle opere di Hunter Stockton Thompson, giornalista e scrittore statunitense: strane fantasie contorte di cani con le ali, dotate di una vasta gamma di colori vivaci e brillanti.
Flying Dog Double Dog Double Pale Ale, strong ale americana di colore rosso intenso (g.a. 11,5%). Con una media effervescenza, la schiuma si leva pannosa e di eccellente ritenzione. Generosamente luppolizzato, questo prodotto dona un intenso e penetrante profumo alquanto ruvido, con sentori, in secondo piano, di uva passa e agrumi. Il corpo, medio-pieno, ha una consistenza piuttosto oleosa. Il gusto, cremoso e leggero, inizia con caramello e malto biscotto, per prendere via via note sempre più amare e secche, fino alla chiusura della discreta corsa decisamente alcolica. Non meno secco si rivela il lungo retrolfatto, con le sue impressioni di luppolo resinoso.
Flying Dog Horn Dog Barley Wine, barley wine di colore marrone scuro e dall’aspetto torbido (g.a. 10,2%); in perfetto stile inglese. Dopo l’imbottigliamento, continua a migliorare fino a due anni. La carbonazione è media; la spuma, sottile, scarsa ed evanescente. L’olfatto, piuttosto complesso, propone eleganti profumi di malto tostato, frutta secca, zucchero di canna, miele, liquirizia e spezie leggere. Il corpo si esprime con una pienezza quasi sciropposa. Il gusto scorre secco, equilibrato, eccezionalmente dissetante, tra note di grano, lievito, frutta scura, melassa, pane tostato. Nel finale esplode l’alcol, che s’è tenuto ben nascosto per tutta la durata della corsa; ma non in modo invadente, anzi, dolce, cordiale, quasi carezzevole. Nella lunga persistenza retrolfattiva si esalta il malto, con sensazioni asciutte e pulite.