Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Soy/Belgio
Microbirrificio in una casa colonica di un borgo di Érezée, nella provincia di Lussemburgo. Fu impiantato nel 1988 da Dany Prignon, insieme al padre, con un piccolo impianto di produzione dismesso dalla Brasserie d’Achouffe.
Il nome (in francese, “fantasma”) deriva da una leggenda della vicina città di La Roche-en-Ardenne, secondo la quale il fantasma della contessa Berthe de La Roche può ancora essere visto camminare tra le rovine del castello della città.
È senz’altro uno dei birrifici più controversi: ad altissimi apprezzamenti, soprattutto negli Stati Uniti, dove grazie all’incontro con l’importatore Shelton Brothers s’è fatta la fama di “culto”, si contrappongono critiche spietate, al punto che certe birre vengono definite come intrugli di ingredienti andati a male. In patria infatti non è certo amato. E qui è molto probabile di trovare bottiglie senza l’indicazione del lotto di produzione, della scadenza e, addirittura, della gradazione alcolica.
Insomma la produzione di questo birrificio è tutta basata sull’estro e sull’imprevedibilità di Dany. Non c’è quindi da meravigliarsi se capita di versare nel bicchiere una birra completamente diversa da quella desiderata.
Si tratta di variazioni uniche di saison, un tipo di farmhouse ale (letteralmente, “birra della fattoria”, o anche “birra rustica”) delle fattorie nelle campagne francesi ai confini tra la Francia del Nord e l’area della Vallonia nel Belgio. L’aromatizzazione, tenuta gelosamente segreta, avviene a base di spezie, erbe e fiori più insoliti. Non può che risultare originale il gusto, la caratteristica appunto dell’azienda. In definitiva, si tratta di prodotti da amare o odiare.
Fantôme India Red Ale (IRA), belgian strong ale di colore giallo arancio e dall’aspetto torbido per la presenza di lieviti in sospensione (g.a. 8%). L’effervescenza vivace si rivela piuttosto pungente; la schiuma biancastra è copiosa e salda nella discreta durata. La finezza olfattiva appare attraente nei suoi profumi di lievito, caramello, frutta rossa, infervorati da sentori di origano e semi di anice. Il corpo strutturato, di trama fra grassa e oleosa, attacca il palato con una travolgente forza asciutta, rinfrescante. Il gusto si snoda tra il dolce e l’amaro, con croccanti note di fieno, basilico, citronella. Il lungo finale astringente lascia il campo a un discreto retrolfatto di erba secca che sa un po’ di medicinale.
La Fantôme dedica una birra a ogni stagione dell’anno: Fantôme Printemps, Fantôme d’Eté, Fantôme Automne e:
Fantôme Hiver (Winter), saison di colore arancio e dall’aspetto opaco (g.a. 8%). Con una carbonazione media, la spuma biancastra si leva densa, compatta e di ottima allacciatura. L’aroma è piacevole e di straordinario equilibrio e complessità: legno, frutti rossi, limone, banana, pane tostato, paglia, muffa, lievito; il tutto “condito” con opportuni accenni di coriandolo, lavanda, ibisco, chiodi di garofano. Il corpo, da medio a pieno, presenta una consistenza cremosa alquanto appiccicosa. Il gusto offre tè, biscotti, frutta secca, malto tostato, zucchero candito, nonché una punta di acidità. Il finale arriva piuttosto asciutto con sentori di alcol. Il retrolfatto si distende piacevolmente nell’amarore.
Per Natale arriva invece:
Fantôme de Noël, saison ambrata con vivaci riflessi rossastri e dall’aspetto velato (g.a. 10%). La schiuma color crema, compatta e aderente, è gestita da una carbonazione piuttosto elevata. L’aroma si libera pulito, intenso, con profumi di frutti rossi, malto, zucchero filato, caramello; sotto l’egida di zenzero, noce moscata, cardamomo. Il corpo, medio-pieno, ha una “bella” trama liscia. Il gusto inizia col proporre caramello, biscotti, miele, zucchero candito; volge, a metà corsa, verso amaricanti erbe officinali; prosegue con ginepro, zenzero, noce moscata. Il finale, più secco che amaro, apporta una buona dose di acidità. Nella lunga persistenza retrolfattiva emerge l’alcol a riscaldare, in combinazione con un tocco di pepe nero.