Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Dommelen/Paesi Bassi
Impresa del Brabante Settentrionale che risale al 1744. In quell’anno appunto l’agricoltore Willem Snieders cominciò a produrre birra nella sua fattoria per soddisfare le esigenze della famiglia e rifornendo quindi i bar locali. La domanda andò crescendo nel tempo e nel 1895 un altro Willem Snieders costruì una fabbrica moderna. La rivoluzionaria, per l’epoca, macchina a vapore produceva tanta energia che la Dommelsch si poté permettere il lusso di fornire elettricità alla chiesa della cittadina, cosa che inevitabilmente finì per ricambiare il favore in termini di popolarità nella provincia.
Dopo la seconda guerra mondiale, l’azienda si affacciò sul mercato nazionale con risultati lusinghieri. Il passaggio poi alla Interbrew, nel 1968, la portò anche al di fuori dei Paesi Bassi.
Oggi la Dommelsche, sotto il controllo della Anheuser-Busch InBev, è un’industria d’avanguardia che, con l’acqua del pozzo di proprietà, produce più di 650 mila ettolitri all’anno.
Dommelsch Pilsener, pilsener di colore giallo paglierino (g.a. 5%); con aggiunta di cereali non sottoposti a maltaggio. La vivace carbonazione origina una spuma bianca piuttosto abbondante ma ruvida. Il luppolo Saaz impiegato è appena percettibile all’olfatto; non si esprimono meglio sentori di malto, fieno, mais. Il corpo medio ha una trama acquosa. Il gusto, che al primo impatto si rivela quasi neutro, comunque fresco e asciutto, va via via caratterizzandosi, per assumere nel finale una sbiadita consistenza amara. Il retrolfatto si dilunga abbastanza sotto il segno di erbe aromariche.
Dommelsch Malt, lager analcolica di colore biondo molto pallido (g.a. 0,1%). Con un’effervescenza pressoché piatta, la schiuma accenna appena ad alzarsi. L’aroma è dolce di malto, con qualche sentore di grano, pane, fieno. Il corpo, molto sottile, presenta una consistenza fin troppo acquosa. Il gusto, ancora di malto, risente chiaramente del sottofondo di mosto. A fine corsa si alza un’asprezza di agrumi che, nel corto retrolfatto, diventa lieve astringenza.