Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Issum/Germania
Azienda, nella Renania Settentrionale-Westfalia (vicino a Düsseldorf), che risale al 1878. Josef Diebel doveva sicuramente essere convinto delle proprie capacità di mastro birraio per aprire una fabbrica nella regione del Reno che già ne contava 1569. Fatto sta che, verso la fine del secolo, la Diebels produceva 10 mila ettolitri l’anno, cifra raggiunta con una crescita a ritmo costante in un mercato competitivo che non consentiva il minimo passo falso.
Uscita quasi indenne dalla doppia crisi dei conflitti mondiali, fu tra le prime imprese a utilizzare per la sua alta fermentazione i cilindri verticali. Due anni dopo, nel 1970, decise di specializzarsi in altbier di cui è diventata il maggior produttore tedesco.
Passata nel 2001 sotto il controllo della Interbrew; oggi fa parte della Anheuser-Busch InBev Germany. Possiede anche una birreria-ristorante; mentre continua a usare, nel pieno rispetto del Reinheitsgebot, la “birrificazione ibrida”, cioè con lieviti ale e maturazione per settimane a temperature bassissime.
La produzione annua supera ormai 1 milione 600 mila ettolitri, coprendo il 60% del mercato.
Diebels Alt, altbier di colore bruno rossastro (g.a. 4,9%); la più venduta in Germania. Utilizza, in parte, malti a lunga tostatura. Con una moderata effervescenza, la schiuma sprizza copiosa e stabile. Il deciso, penetrante, aroma fruttato si rivela molto pulito, fra tenui sentori anche di malto, caramello, pane. Tipicamente leggero, il corpo presenta una consistenza più acquosa che oleosa. Il gusto piuttosto neutro, appena segnato dal malto e con vago accento di spezie, scorre su fondo asciutto. Anche il finale emana una nota secca di caramello bruciacchiato. Il discreto retrolfatto è tutto di un luppolo amaro.
Diebels Light, light altbier di colore ramato carico (g.a. 2,9%). È la versione leggera della Diebels Alt, con il 40% di alcol in meno. Fu creata nel 1992 in risposta alla crescente domanda di prodotti a basso contenuto calorico. La carbonazione è piuttosto sostenuta; la spuma beige, densa e di sufficiente allacciatura. L’aroma spira dolciastro, a base di malto leggermente tostato, caramello, grano, lievito fruttato. Il corpo sottile presenta una trama alquanto grassa. Il gusto, segnato dal malto, reca anche una moderata luppolizzazione, e giunge, al termine della corsa media, in una consistenza secca e amarognola. Non da meno, il retrolfatto ha il suo carico di amarore, stemperato però gradualmente da una certa acquosità.
La produzione comprende anche birre di etichetta privata.