Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Ruddervoorde/Belgio
Microbirrificio nella provincia delle Fiandre Occidentali.
Da una decina d’anni Luc Vermeersch praticava l’homebrewing con un minuscolo impianto comprato in Finlandia e installato nel giardino. A un corso di specializzazione organizzato dalla Brouwerij Alvinne di Moen, conobbe Etienne van Poucke e Paul Vanneste. Fu l’incontro fatale, da cui nacque l’idea di aprire un birrificio.
La realizzazione avvenne nel 2008 in una parte dello stabile occupato dalla ditta di Luc, la Helbig, produttrice di arredamenti d’interni. Il nome invece è quello del fiumiciattolo che scorre accanto alla fabbrica. Seguì, nel 2011, l’ampliamento della capacità produttiva per reggere la crescente richiesta di mercato.
Le etichette sono opera del disegnatore Rik Vermeersch (nipote di Luc), che, dopo aver lavorato per diversi anni alla Pininfarina, nel 2010 fondò a Torino la società Granstudio.
De Leite Enfant Terriple, abbazia tripel di colore oro antico e dall’aspetto torbido per la presenza di lieviti (g.a. 8,2%). Con una carbonazione piuttosto vivace, la spuma si forma enorme, soffice, tenace. L’olfatto esala delicati profumi fruttati, di lievito speziato, miele d’acacia, anche di zenzero. Il corpo, medio-pieno, ha una trama cremosa. Il gusto si snoda in prevalenza dolce; ma note amare e speziate, nonché una buona dose di acidità, scongiurano rigidamente qualsiasi pericolo di stucchevolezza. Il finale arriva fruttato e anche alquanto dolce. La lunga persistenza retrolfattiva spazza ogni residuo zuccherino, lasciando il palato completamente asciutto e pulito.
De Leite Cuvée Mam’zelle, ale acida di un dorato intenso tendente all’arancio e dall’aspetto lievemente velato (g.a. 8,5%). Si tratta della Enfant Terriple invecchiata per qualche mese in botti di rovere che hanno ospitato il vino francese della Médoc. L’effervescenza è quasi piatta; la schiuma, scarsa ma di sufficiente durata. L’asprezza domina l’olfatto, con persistenti sentori di frutta acerba, legno, agrumi, uva spina, acido lattico, aceto di mela. Il corpo medio presenta una consistenza oleosa. Anche in bocca s’impongono l’aspro, l’acidità lattica, in particolare acetica: il passaggio in botte intende farsi notare, eccome. A sua volta, l’alcol bada bene a non venire allo scoperto, almeno sino a fine corsa, quando si lascia andare tra richiami confusi di miele, limone, erbe aromatiche. Dal retrolfatto esalano le caratteristiche note del lambic, con un certo calore piccante e un amarore alquanto contenuto.
De Leite Cuvée Jeune Homme, ale acida di colore oro antico con riflessi ramati e dall’aspetto alquanto velato (g.a. 6,5%). Matura per quattro mesi in botti di rovere che hanno ospitato il vino e subisce quindi la rifermentazione in bottiglia. Con un’effervescenza piuttosto vivace, la spuma si rivela grossolana ma di buona persistenza e allacciatura. L’aroma risente della lunga permanenza in legno, e spira alquanto grezzo e non del tutto pulito; si mettono comunque in evidenza sentori di vino bianco, floreali, lattici e di frutta candita. Il corpo medio ha una consistenza oleosa. Il gusto attacca con l’asprezza di limone, mela verde, uva acerba, acido lattico; propone, a metà percorso, note floreali, di legno, vino bianco, marmellata d’agrumi; chiude con una secchezza acidula ripulente. Nel retrolfatto rimangono suggestioni drupacee, aspre e amare.