Carlsberg UK

Tratto da La birra nel mondo, Volume II, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Northampton/Inghilterra
Era l’epoca della corsa alla crescita delle aziende birrarie minori per evitare di essere fagocitate e all’unione delle più grosse per costituire società di una certa importanza. Nel febbraio del 1961 Edward Thompson, presidente della Ind Coope, s’incontrò in assoluta segretezza con i rappresentanti della Ansells e della Tetley Walker nelle brughiere del Peak District, nel Derbyshire, per tentare l’unificazione, che peraltro riuscì perfettamente.
Ansells/Birmingham
Birreria fondata nel 1858 da Joseph Ansell, un mercante di luppolo e fabbricante di malto, sul sito di diversi pozzi artesiani. Nel 1867 prese parte all’attività anche il figlio, William.
L’azienda, che dal 1877 era conosciuta come Joseph Ansell & Sons, divenne con tal nome, nel 1889, una società a responsabilità limitata e, nel 1901, società per azioni, Ansells Brewery, con ben 388 pub di proprietà. Ebbe quindi un notevole sviluppo, con l’acquizione di molti altri produttori locali minori (tra cui, Rushtons, Holt, Lucas di Leamington); e, al momento della fusione, possedeva ben 1088 pub.
La fabbrica rimase in attività fino al 1981, quando uno sciopero, determinato dalla decisione aziendale di ridurre la settimana lavorativa a quattro giorni come misura di risparmio dei costi, portò alla sua chiusura e al conseguente trasferimento della produzione a Burton upon Trent.
Ind Coope/Burton upon Trent
Nel 1709 George Cardon fondò a Romford (nell’Essex), la Star Brewery, rilevata nel 1799 da Edward Ind, insieme all’abile mastro birraio John Smith.
Nel 1845 i fratelli Octavius e George Coope rilevarono la quota di Smith e, insieme a Edward Ind, fondarono la Ind, Coope & Co.
Attratta dall’importanza e dall’acqua di Burton upon Trent, l’azienda vi si trasferì nel 1856, comprando una fabbrica nelle vicinanze della Allsopp. In poco tempo iniziò la produzione delle proprie ale, tra cui una India Pale Ale.
Nel 1740 Benjamin Wilson, un oste di Burton upon Trent, cominciò a produrre birra per i suoi locali e per altri gestori, fino a costituire un vero e proprio business cittadino. Nel 1800 suo figlio, Benjamin jr., prese a lavorare con sé il nipote, Samuel Allsopp, al quale vendette poi la fabbrica nel 1807, in seguito al calo di commercio dovuto al blocco napoleonico.
Soltanto nel 1822 Samuel Allsopp riuscì a raddrizzare la baracca: copiando il noto produttore londinese Hodgson, mise a punto la propria India Pale Ale.
Alla sua morte, nel 1838, subentrarono i figli, Charles e Henry, che nel 1859 costruirono, nei pressi della stazione ferroviaria, una nuova fabbrica aggiungendovi, nel 1864, un palazzo di prestigio per gli uffici. Nel 1887 fu costituita la società per azioni Samuel Allsopp & Sons.
Presto però cominciarono i guai. Delusi dal rendimento, gli investitori chiesero i soldi indietro. Seguirono le difficili condizioni di mercato che costrinsero molte fabbriche di Burton alla chiusura o alla fusione.
Nel 1934, dall’unificazione delle due società, nacque la Ind Coope & Allsopp; ma, con la soppressione del nome Allsopp, nel 1959, si ebbe soltanto Ind Coope.
Fondata nel 1730 a Stepney, la Salmon and Hare prese più tardi il nome di Hare and Hartford. Nel 1796 fu rilevata da John Taylor e, nel 1816, quando divenne socio Isaac Walker, fu ribattezzata Taylor Walker & Co.
Diventata una società pubblica nel 1927, la Taylor Walker, nel 1959, fu comprata dalla Ind Coope, la cui fabbrica, di Burton upon Trent, prima della fine del secolo, fu venduta alla Bass.
Tetley Walker/Leeds
Fondata nel 1792, la birreria di Leeds prese il nome di Joshua Tetley & Son nel 1822, quando fu comprata da Joshua Tetley. Rilevando poi, nel 1960, la vicina Melbourne Brewey, divenne il maggior produttore di birra della città.
Sempre nel 1960, la Tetley si fuse con la Walkers di Warrington (risalente al 1864) e nacque la Tetley Walker.
Allied Breweries
Abbiamo parlato di tre aziende di rilevanza regionale che però, nate da precedenti fusioni, andavano già per la maggiore. E adesso, con l’unione, erano diventate, non solo il più grande produttore di birra nel Regno Unito, bensì anche, per il notevole patrimonio immobiliare, il più grande gruppo birrario al mondo. Basti pensare alle loro 12 fabbriche, all’11% dei pub di proprietà nel Paese, al 48% dei punti vendita che rifornivano.
Nel 1963 la nuova società prese il nome di Allied Breweries. All’interno del gruppo, la Tetley Walker costituiva il maggior produttore di birra alla spina, continuando a utilizzare il metodo di fermentazione Yorkshire-Square. Possedeva addirittura un ampio centro visitatori con museo.
Intanto Allied Breweries continuava a espandersi senza sosta, soprattutto diversificando le proprie attività, anche all’estero: ristorazione, gelati, tè, caffè, dolci, prodotti a base di carne, addirittura veicoli a motore. Alla fine tutte queste attività, viste come ingombranti e meno efficaci, vennero abbandonate. A febbraio del 1992 era rimasta soltanto l’industria birraria.
Ricordiamo che il primo barile di birra Carlsberg fuori dei patri confini fu spedito a Edimburgo nel 1868. E, pian piano, il Regno Unito era diventato il mercato di esportazione più impotante per l’azienda di Copenaghen, tant’è che nel 1973 era stata aperta una fabbrica a Northampton.
Non risultò quindi difficile alla Allied Breweries concordare, nel 1992 appunto, una partnership con la Carlsberg, per promuovere una moderna sinergia commerciale che consentisse di pervenire al secondo posto nella produzione brassicola del Regno Unito.
Nel 1997, bloccato dal governo il tentativo di fusione con la Bass, la Carlsberg, che due anni prima aveva ceduto le attività birrarie nei Paesi Bassi (la Oranjeboom e la Raaf) alla Interbrew, prese il controllo totale del partenariato con Allied Breweries e, nel 2003, il nome di Carlsberg UK.
La fabbrica della Tetley Walker di Leeds fu chiusa nel 2011, e addrittura demolita nel 2012. Mentre, nel 2013, venne aperta una nuova linea d’imbottigliamento a Northampton, l’unica fabbrica rimasta in piedi.
Oggi la Carlsberg UK è il quarto più grande produttore di birra del Regno Unito con una quota di mercato del 14,2%.
Rimane da menzionare il rapporto di cooperazione nel settore della spina ultimamente stipulato con il gruppo rivale Scottish & Newcastle. Per ottenere economie di scala e offrire ai clienti un servizio di livello più alto, si cominciò a fornire ai pub britannici attrezzature capaci di portare la birra dalla cantina al bicchiere.
Carlsberg Special Brew, strong lager di colore oro acceso (g.a. 8%, in precedenza 9%). Originariamente chiamata V-Øllet, fu realizzata in occasione della Visita di Winston Churchill nel 1950 in Danimarca. Il termometro impresso sulla controetichetta, colorandosi di blu, indica la temperatura di servizio ideale. Con un’effervescenza abbastanza vivace, la spuma sgorga compatta, tenace e aderente. L’aroma si sprigiona con un’intensità elevata, dal cereale a un luppolo aromatico, non senza lievi sentori fruttati; nella sfera del caldo invece, il cognac (particolarmente apprezzato da Churchil) sovrata il caramello, l’affumicato e lo speziato. Il corpo può essere considerato senz’altro consistente, in una tessitura leggermente sciropposa. Al palato un amaro misurato stempera parzialmente il dolce derivante dal residuo zuccherino della fermentazione, creando un equilibrio notevole. Il finale arriva secco e con una punta amarognola. La lunga persistenza retrolfattiva è all’insegna di una cordiale dolcezza alcolica.
Tetleys English Ale, ESB di colore ambra vellutato con riflessi mogano (g.a. 5%); prodotta specificamente per i paesi al di fuori del Regno Unito. Con un’effervescenza molto bassa, la schiuma risulta alquanto scarsa ed evanescente. Nell’aroma il caramello, con la propria dolcezza, prevale nettamente sul luppolo che peraltro sembra già imbrigliato da richiami acri di frutta acerba. Il corpo medio presenta una trama molto liscia, esaltata peraltro dalla carbonazione contenuta. Al palato è il luppolo che spadroneggia, confinando il malto in sottofondo. La finitura, breve e tostata, prelude a un discreto retrolfatto sotto il segno di erbe aromatiche.
Tetleys Mild, mild ale di un ambrato intenso (g.a. 3,2%). La spuma color crema, spessa e non così duratura, è gestita da una morbida carbonazione. L’aroma si apre con un malto indeciso; così come soni labili i sentori tostati, di caramello bruciato, di pepe bianco. Il corpo sottile, di consistenza acquosa, favorisce un gusto pastoso e alquanto amabile che la secchezza di fondo tiene ben in equilibrio. Un guizzo più pronunciato di malto, è merito del corto retrolfatto, che tiene dietro a un piacevole finale tostato.
Tetleys Bitter, bitter di colore ambra chiaro (g.a. 3,6%). È un prodotto tipico dello Yorkshire, che utilizza anche il frumento. La lattina è munita del sistema draught per assicurare una spuma cremosa e consistente, nonostante l’effervescenza quasi piatta. L’aroma fruttato avverte l’amarognolo del luppolo, senza però soffocare i tenui sentori tostati, floreali e fruttati. Nel corpo, da leggero a medio e di consistenza acquosa, il gusto scorre all’insegna del malto, con qualche nota anche di frutta secca, erbe, biscotto, tostature. Il corto finale apporta una ventata di dolcezza, subito stemperata dalla forte suggestione retrolfattiva asciutta e piuttosto amara di luppolo terroso.