Bristol Beer Factory

Tratto da La birra nel mondo, Volume I, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Bristol/Inghilterra
George Ferguson, architetto, uomo d’affari e sindaco di Bristol, nel 2003 acquistò, per riqualificarla, l’area a Southville (un sobborgo di Bristol), dove un tempo c’era la Ashton Gate Brewery. Questa fabbrica, sorta nel 1865, nel 1931 fu acquistata dalla George’s che, per razionalizzare la produzione, la chiuse l’anno successivo.
Durante i lavori, all’archietto venne l’idea di aprire un microbirrificio nei locali dove un tempo erano posizionati i fermentatori della Ashton Gate. Nel 2005, terminati i restauri, sorse quindi la Bristol Beer Factory. In parte, gli impianti furono recuperati dalla Bristol Brewing Co., che aveva aperto nel 2002 per chiudere in breve tempo i battenti. La ragione sociale rimane la stessa, Bristol Brewing Co., ma le birre sono prodotte a marchio Bristol Beer Factory.
Con la capacità produttiva quanto meno triplicata negli ultimi tempi, l’offerta è diventata amplissima, con tante stagionali o speciali.
Bristol Beer Factory Southville Hop, india pale ale di colore ramato nebuloso (g.a. 6,5%). D’ispirazione americana, usa i luppoli Cascade, Centennial e Simcoe appunto. Con una carbonazione piana, la spuma minuta abbonda e dura abbastanza. L’aroma è fresco e pulito, letteralmente dominato dalla frutta tropicale; a stento si riesce a percepire qualche sentore di aghi di pino. Il corpo medio ha una trama piuttosto cremosa. Il gusto richiama le sensazioni avvertite all’olfatto, aggiungendovi lievi note di malto biscotto e un buon tocco vegetale amaro.
Bristol Beer Factory Independence, american pale ale di colore arancio velato dai riflessi ramati (g.a. 4,6%). La schiuma di un bianco sporco, sottile e tenace, è gestita da un’effervescenza moderata. L’aroma si libera con intensi profumi di agrumi che aleggiano sui deboli sentori di caramello e di frutta tropicale. Il corpo medio presenta una consistenza piuttosto acquosa. Il gusto defluisce in leggerezza, proponendo note di malto e di cereali e, verso la fine della corsa, un secco amarore quasi piccante di lime e di pompelmo. Il discreto retrolfatto s’ispira invece a un pulito amaro erbaceo.
Bristol Beer Factory Mocha, stout di colore marrone molto scuro (g.a. 4,5%). Si tratta di una collaborazione con la torrefazione Extract Coffee Roasters di Bristol, utilizzando una speciale miscela di caffè della Tanzania, Hope Project Peaberry Espresso. L’effervescenza è abbastanza contenuta; la schiuma, grossolana e di scarsa durata. Il caffè segna pesantemente l’olfatto, anche se emerge, timidamente però, qualche accenno di cioccolato fondente e di tostature. Il corpo appare leggero e pressoché acquoso. Anche al palato s’impone il caffè, e qui soltanto a fine corsa si percepisce una discreta nota di cioccolato al latte. Il retrolfatto non indugia più di tanto, con una non certo sgradevole suggestione dolceamara.