Tratto da La birra nel mondo, Volume I, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Cardiff/Galles
Nel centro di Cardiff, in un edificio del 1713, i fratelli Thomas possedevano una fabbrica di birra attiva almeno dal 1822. Per debiti, nel 1882 furono costretti a vendere. Rilevata da Samuel Arthur Brain e dallo zio, Joseph Benjamin Brain, la ditta prese così il nome di S.A. Brain & Company.
Sulle ali del successo, la Brains poté addirittura rilevare altre due fabbriche di birra, la Crown Buckley Brewery, nel 1997 e due anni dopo, la WH Hancock.
La Buckley Brewery di Llanelli, la più antica del Galles, nacque nel 1767.
La D.T. Jenkins Brewery di Pontyclun invece prese il nome di Crown Brewery nel 1919, allorché i club locali, per fronteggiare la carenza di birra dovuta al razionamento, si consorziarono per comprare una fabbrica.
Nel 1989, con finanziamento della Harp, le due aziende si fusero nella Crown Buckley Brewery che venne a ritrovarsi nel gruppo Guinness.
Nel 1993 un’operazione di management buyout consentì l’affrancazione. Ma, quattro anni dopo, la società passava sotto il controllo della Brains.
Da ricordare che la Crown Buckley proponeva birre di qualità, fruttate e ricche di malto, nel pieno rispetto della tradizione gallese. E, mentre lo stabilimento di Llanelli ne continuava la produzione, quello di Pontyclun provvedeva al confezionamento.
Nel 1807 William Hancock sr. costruì una fabbrica di birra, a Wiveliscombe, nel Somerset.
Nel 1870 la Hancock era il più grande birrificio dell’Inghilterra occidentale; e, tramite un agente di distribuzione, la sua birra imbarilata era penetrata nel Galles del Sud. Nel 1883 iniziò addirittura la produzione a Cardiff, dopo aver rilevato la North and Low’s Bute Dock Brewery.
Nel decennio successivo la Hancock era proprietaria di otto birrerie nel Sud del Galles. Ai birrifici si aggiunsero nel tempo 46 pub a Cardiff e 31 a Newport. Nel 1887 William Hancock jr. scorporò dai pub le birrerie e costituì con esse la WH Hancock che, prima di arrivare alla Brains, era stata acquistata dalla Bass nel 1968.
Nel 2000, dal centro cittadino, la Brains si trasferì nello stabilimento dell’ex WH Hancock, appena a sud della stazione ferroviaria centrale. Mentre nella sua sede originaria sviluppò un moderno complesso bar-ristorante.
Tuttora nelle mani dei Brain (con Chris), l’azienda possiede oltre 250 pub. Utilizzando poi diversi tipi di malto e varietà di luppolo del Kent, continua a produrre le sue ale tradizionali ricche di malto, che non abbandonò nemmeno nei periodi di crisi degli anni ‘60 e ‘70 del secolo XX. Lo slogan che l’ha resa famosa è “It’s Brains you want” (“Ciò che vuoi è Brains”).
Brains Bitter, ordinary bitter ale di colore ambrato con riflessi biondi (g.a. 3,7%); il prodotto più diffuso. Con una carbonazione media, la schiuma beige, di buona allacciatura, si dissolve molto lentamente. L’aroma fruttato reca tenui sentori di caramello, agrumi, luppolo terroso. Il corpo, che tende decisamente al sottile, ha una consistenza acquosa. Il gusto, è quello classico amaro, un amaro che, scivolando sul fondo secco creato dal luppolo, risulta molto gradevole. Nel corto retrolfatto si percepiscono suggestioni legnose.
Brains Dark, mild ale, versione dark, di colore marrone molto scuro con riflessi rubino (g.a. 4,1%). Con una moderata effervescenza, la schiuma prende una consistenza soffice, cremosa. L’aroma è inconfondibilmente orientato verso i toni caldi. Il gusto, in un corpo medio dalla trama liscia e sottile, defluisce piuttosto amabile per la scarsa luppolizzazione; ma è senz’altro meno dolce rispetto alla maggior parte dei prodotti nello stesso stile, anche per la presenza di una nota acida a fine corsa. Dal retrolfatto si levano secche sensazioni di fumo.
Brains IPA, session IPA di colore ambrato profondo (g.a. 3,4%). L’etichetta riporta il drago gallese, contrariamente a tante IPA che si rifanno al simbolismo indiano. La carbonazione è mite, morbida; la schiuma biancastra, scarsa ed evanescente. Il luppolo segna distintamente l’olfatto, lasciando però un minimo spazio per sentori di caramello, pane bianco, agrumi. Il corpo medio-leggero presenta una consistenza acquosa. Sulla solida base di malto, che emana sottili note dolci, il sapore si snoda con un piacevolissimo intreccio di amaro, acido, speziato. Dal retrolfatto, di sufficiente persistenza, si levano aspre impressioni di arancia, pompelmo, uva bianca.
Brains SA, bitter ale, versione special, di colore ambra rossastro (g.a. 4,2%); la più famosa della casa. S.A. sta per Skull Attack (cioè “attacco al cranio”), come viene colloquialmente chiamato questo prodotto tradizionale. Per gli Stati Uniti prende il nome di Traditional Welsh Ale. La spuma soffice, cremosa, di buona ritenzione, è gestita da una morbida carbonazione media. L’aroma è generosamente fruttato, con qualche richiamo di malto dolce, erbe, luppolo floreale. Il corpo medio-leggero appare di trama liscia e sottile. Il gusto di malto offre un’ottima pastosità, snodandosi soffice e asciutto, per assumere nel finale una consistenza amara però molto piacevole. Il retrolfatto, dolcemente fruttato, eroga qualche impressione di nocciole.