Bierzauberei

Tratto da La birra nel mondo, Volume I, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Brunn am Gebirge/Austria
Günther Thömmes, completati gli studi da mastro birraio, prima, a Bitburg, sua città natale, presso la Bitburger e, poi, all’Università di Weihenstephan, passò a farsi le ossa presso la Guinness e in Baviera, presso la Klosterbrauerei Mallersdorf. Dopo di che, cominciò a girare il mondo installando e avviando impianti di produzione della birra.
Ritornato in Europa, allargò la sua attività agli impianti per produttori di vino e caseifici. E non solo. Nel 2010 impiantò anche un microbirrificio, Bierzauberei (che vuol dire “il mago della birra”) nella cittadina della Bassa Austria. Realizzò una vasta gamma di birre ispirate alla tradizione anglosassone e, inaspettatamente, nel 2013, vendette l’impianto a un nuovo brewpub di Vienna, continuando la sua produzione presso diversi birrifici austriaci. Da annotare che Günther è anche scrittore di un certo livello.
Bierzauberei Aleysium N° 2, india pale ale di colore ambra scarico un po’ intorbidato dai sedimenti di lievito (g.a. 6,1%). La carbonazione sembra addomesticata, e la spuma emerge in libertà, fine, cremosa, tenace. L’aroma non offre granché, e lo fa in maniera addirittura distratta, con qualche accenno a un luppolo erbaceo e alla scorza di pompelmo. Il corpo medio mostra una consistenza grassa tendente alla leggerezza. Il gusto inizia con un piacevole malto biscotto, quasi si arresta per erogare note fruttate e di agrumi, chiude la corsa di media durata con richiami di grano e una punta di acido. La bocca rimane quindi avvolta in secche, pulite, suggestioni di un amarore resinoso.
Bierzauberei Aleysium N° 5 (Gose), gose di colore giallo arancio caliginoso (g.a. 4,9%). Con un’effervescenza piuttosto decisa, la schiuma biancastra erompe vivace per dissiparsi molto rapidamente. L’olfatto è piacevole, coi suoi profumi dolci e fruttati, sui quali si eleva, senza velleità di sopraffazione, un ciriandolo abbastanza piccante. Il corpo, nella sua trama cremosa, mostra una certa briosità. In bocca, è il malto dolce a prendere subito in mano le redini; ma viene via via scansato dal solito coriandolo che quasi si nasconde dietro le note centrali di lievito e frutti di bosco per ergersi nel lungo finale a padrone della situazione. Intanto un buon retrolfatto si prepara a sganciare il suo potenziale fresco di salinità.