Tratto da La birra nel mondo, Volume I, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Berlino/Germania
È la più grande e più importante fabbrica di birra di Berlino, nata dalla fusione, nel 2006, della Schultheiss e della Berliner Kindl. Fa parte del gruppo Radeberger che contiene le fabbriche di birra del gruppo Oetker. Produce i marchi Schultheiss, Berliner Pilsner, Berliner Bürgerbräu, Berliner Kindl.
Schulteiss Brauerei
Nel 1842 il chimico August Heinrich Prell aprì un birrificio con impianto di maltaggio nel centro della città. Nel 1853 l’impresa fu rilevata da Jobst Schulteiss che le diede il proprio nome. Un successivo passaggio di proprietà, nel 1864, portò l’attività artigianale nelle mani di Richard Roesicke il quale, mantenendo la denominazione, ne fece una grossa azienda. Neanche con la fusione, nel 1891, con la Kreuzberger Tivoli Brauerei si ebbe il cambio di nome. In seguito a numerosi acquisti, la Schulteiss divenne la più grande fabbrica di birra della Germania: nel 1938 la produzione annua era arrivata a 2 milioni 800 mila ettolitri. Ma, dopo la seconda guerra mondiale, si ritrovò con un mercato enormemente ridotto e priva di parecchi impianti produttivi; la divisione di Berlino poi limitò la sfera d’azione al territorio occidentale. Nel 1973 la Schulteiss si fuse con la Dortmunder Union Brauerei dando vita alla Dortmunder Union-Schulteiss Brauerei, che nel 1988 prese il nome di Brau und Brunnen. Questo gruppo nazionale aveva, nella Schulteiss, il ramo berlinese e, nella DUB, quello di Dortmund. Ma lasciamo momentaneamente da parte la Schulteiss, per interessarci di un’azienda della Germania Orientale.
La Oderland Brauerei di Francoforte sull’Oder, vicino al confine polacco, nacque nel 1984 come stabilimento d’imbottigliamento e produzione di analcolici. Soltanto nel 1988 fu aggiunto il birrificio. Nel 1991 la Brau und Brunnen assunse il controllo di questa fabbrica e l’anno dopo fuse la Schulteiss e le due fabbriche orientali nel gruppo Schulteiss.
Dopo un lungo e costosissimo processo di modernizzazione, adattamenti, chiusure e riduzioni di attività, comprese le non indifferenti migliorie tecniche per conformare alle regole del Reinheitsgebot i birrifici dell’ex zona orientale, il gruppo Scultheiss diventò un’azienda all’avanguardia con una capacità produttiva di oltre 3 milioni di ettolitri l’anno. Furono chiusi tra l’altro gli impianti di Kreuzberg e Spandau e la produzione si concentrò nello stabilimento della Berliner Pilsener, nel distretto di Alt-Hohenschönhausen.
Schultheiss Pilsener, pilsner di colore giallo paglierino (g.a. 5%); non filtrata né pastorizzata. È la birra più conosciuta dell’azienda sul mercato regionale. Prima delle due guerre mondiali e dell’isolamento di Berlino Est, era la lager leader del Paese. Con un’effervescenza piuttosto bassa, la spuma si leva minuta, densa e di buona durata. L’aroma è fresco e speziato di luppolo. Il corpo medio-leggero supporta un gusto risolutamente di malto. L’amaricante, che durante la corsa si è limitato a fornire una solida base, esplode nel finale con tutto il proprio potenziale, passando dall’asciuttezza al pronunciato amarore di un retrolfatto di media intensità.
Schultheiss Schwarz Lager, lager di colore marrone profondo, quasi nero (g.a. 5%). La schiuma beige, densa e solida, è gestita da una morbida effervescenza media. Un delicato malto tostato, in sinergia con tenui ma persistenti sentori di caramello, caffè, cioccolato, liquirizia, burro, marca l’aroma. Dal corpo medio-leggero, di consistenza cremosa e un po’ appiccicosa, parte un gusto di malto con soavi venature di torrefazione, sfociando in una moderata luppolizzazione. Impressioni secche e amarognole si levano nel retrolfatto, corto ma incisivo.
Berliner Pilsner Brauerei
Piccola fabbrica con ristorante e giardino fondata nel 1902 da Gabriel e Richter, quindi col nome di Gabriel & Richter. Durante la separazione delle due Germanie, il governo della RDT aggregò alle birrerie di Berlino Est la Gabriel & Richter che si rivelò subito la struttura più moderna in quella parte della città. Con la caduta del Muro poi la Treuhandanstalt (organismo per la privatizzazione delle imprese della Germania Orientale) fuse il gruppo con altri due stabilimenti e una distilleria, formando la Brau und Erfrischungsgetränken (BEAG). Alla fine del 1990 la Brau und Brunnen rilevò la BEAG, la svincolò dalle altre attività e la ribattezzò Berliner Pilsner Brauerei.
Berliner Pilsner, pilsner di colore biondo pallido (g.a. 5%). Si presenta con l’effervescenza particolarmente vivace. A sua volta, la spuma emerge sottile e vaporosa, dissolvendosi però in fretta. Non risulta invece pesante la luppolizzazione e, ovvio, ne risentono sia l’aroma che il gusto, almeno rispetto alla tipica versione tedesca, più amara e più secca della pils originale. Il corpo, abbastanza sottile, ha una consistenza acquosa. Il finale arriva quasi in sordina, e cede presto il passo a un discreto retrolfatto, dalle labili suggestioni di malto.
Berliner Bürgerbräu
Birrificio nato nel 1869 quasi nella periferia di Berlino (poi Berlino Est), nel quartiere di Köpenick, in passato una comunità di pescatori. La struttura, ancora originale, è oggi di interesse storico-artistico.
Fu nazionalizzato dopo la seconda guerra mondiale; ma, con la riunificazione della Germania, venne acquistato dalla famiglia bavarese Häring che, oltre a operare la completa modernizzazione della fabbrica, impiantò sul lago accanto la Bräustübl Berliner Bürgerbräu.
Una volta in questa zona si producevano circa 700 berliner weisse. Durante la divisione invece, l’unica usciva da una birreria nel quartiere di Pankow. Quanto alla Bürgerbräu, in quel periodo buio si era limitata a fabbricare una pilsner.
Berliner Bürgerbräu Pils, pilsner di colore dorato chiaro (g.a. 4,9%); con ben 31 unità di amaro. È probabilmente la seconda pilsner (dopo quella della Radeberger) nata in Germania. Si presenta con un’effervescenza vivace; schiuma ampia con un minimo di allacciatura; ricco aroma di luppolo erbaceo, con qualche accenno di caramello, fumo, mais; corpo medio-leggero a trama oleosa; morbido sapore di malto su base secca e amarognola di luppolo; sufficiente retrolfatto granuloso e con sensazioni di burro.
Berliner Bürgerbräu Heller Bock, helles bock di un profondo dorato nebuloso (g.a. 6,8%). La spuma biancastra deve la propria sofficità e tenacia a una morbida carbonazione. Nell’aroma di malto si distingue un sentore cremoso, quasi di burro. Il corpo sembra leggero, ma alla fine si rivela decisamente rotondo, nella sua consistenza morbida, oleosa. Lungo tutta la corsa, il gusto non perde di dolcezza, supportato dalla solida base di caramello. Il luppolo compare solo nel finale, e sprigiona una vivacità erbacea. Rimane, nella discreta persistenza retrolfattiva, una cordiale scia alcolica.
Berliner Bürgerbräu Rotkehlchen, export di colore giallo oro (g.a. 5,3%). Il nome, che significa “pettirosso”, è quello del caratteristico boccale di servizio dal manico rosso. Con una media effervescenza, la spuma risulta fine, tenace e aderente. L’olfatto si esprime gradevolmente nella sfera del floreale e dei cereali. Benché rotondo, il corpo attacca il palato con leggerezza vellutata. Il gusto di malto viene arrotondato dal “sapiente” amarore del luppolo. La corsa si chiude tra sensazioni pulite e secche. Rimane invece nel retrolfatto qualche suggestione a malapena piccante.
Berliner Kindl Brauerei
Azienda fondata nel 1872. Una delle due principali (l’altra era la Schulteiss) birrerie della città, si trovava nella parte residenziale, nel quartiere di Neukölln. Completamente distrutta durante la seconda guerra mondiale, la Berliner Kindl non si arrese e continuò in qualche modo la produzione vendendo col nome commerciale Berliner Bürgerbräu.
Con la divisione di Berlino, fu creata, a Potsdam, la Divisione II della Berliner Kindl. Così come, dopo la riunificazione tedesca, fu reintegrata la Berliner Kindl. Ma, dal 1988 la sua quota di maggioranza era nelle mani del gruppo Binding, cosa che le consentì di entrare nel gruppo Radeberger. Solo che, prima, venne chiusa la Divisione II nel 2002, poi, la I nel 2005. Pertanto, nel 2006, la produzione passò nel distretto di Alt-Hohenschönhausen.
Berliner Kindl Weisse, berliner weisse di colore giallo paglierino (g.a. 3%). È la specialità di Berlino, un tempo definita “lo Champagne del Nord”. Viene prodotta, con il 60% di frumento e aggiunta di un particolare fermento lattico, a febbraio per essere immessa in commercio all’inizio dell’estate. Dal momento che, per controbilanciare l’elevata acidità, veniva corretta, l’azienda mise in commercio versioni già aromatizzate: verde, Waldmeister, con sciroppo di asperula odorosa; rossa, Himbeere, con sciroppo di lampone. L’effervescenza è molto forte. L’aroma fruttato palesa ben distinti sentori di mais. Pur leggerissimo e parecchio acquoso, il corpo appare convincente in bocca. L’alta percentuale di frumento esalta in pieno il sapore. Il netto taglio acido rende estrememente rinfrescante un prodotto del resto privo di complessità e di lunghezza.
Märkischer Landmann Schwarzbier, schwarzbier di colore marrone scuro con tonalità rosse (g.a. 4,9%). Fu elaborata nel 1995, proprio nel momento in cui questo stile ritornava in voga. La denominazione vuol dire “cittadino del Brandeburgo”. L’effervescenza morbida origina una schiuma beige bassa ma sufficientemente stabile. L’aroma propone caratteristici sentori di malto tostato e di liquirizia. Il corpo appare pieno, denso; ma scivola leggero e asciutto, nella sua trama lievemente acquosa. Il gusto evidenzia animate note di cacao amaro, caramello, malto tostato, pane di segale; e chiude la corsa con estrema pulizia. Il retrolfatto mostra una consistenza agrodolce.
Berliner Kindl Jubiläums Pilsener Premium, premium pils di colore oro carico (g.a. 5,1%). Presenta un’effervescenza moderata; spuma sottile di scarsa durata; aroma piuttosto blando, con sentori di lievito, malto, cereali, luppolo erbaceo; corpo medio tendente a leggero, di consistenza tra oleosa e acquosa; sapore piacevolissimo, con sensazioni dolci e amare che si equilibrano alla perfezione; corto finale amaro; retrolfatto di sicuro non più lungo e quasi anonimo.