Tratto da La birra nel mondo, Volume I, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Bruxelles/Belgio
Impresa messa su nel 1913 all’estrema periferia di Bruxelles, nel quartiere di Molenbeek, da Philémon van den Stock. La denominazione attuale risale invece al 1927, quando fu preso in affitto il Café Belle-Vue di Anderlecht.
In collaborazione col figlio, Constant, e col genero, Octave Collin, Philémon sviluppò l’attività finché non si disperse nei campi di concentramento.
Finita la guerra, la Belle-Vue, che dall’inizio aveva fabbricato lambic su vasta scala, ne divenne il maggior produttore del Paese. Poi, nel 1990, passò sotto il controllo della Interbrew.
Dal modernissimo impianto di Zuun, sempre nelle immediate vicinanze di Bruxelles, usciva il lambic giovane che veniva quindi miscelato con quello tradizionale (austero e marcato dal rovere), prodotto nel vecchio stabilimento. In quest’ultimo avveniva anche la maturazione, in botti di quercia, delle gueuze, kriek, framboise. Mentre la De Neve di Schepdaal, inserita dalla Interbrew nel complesso aziendale della Belle-Vue, non produceva più i suoi vivaci e freschi lambic, limitandosi a fermentare, assemblare, maturare.
La produzione, che supera i 300 mila ettolitri l’anno, con vastissima distribuzione anche all’estero, avviene quindi oggi a Sint-Pieters-Leeuw, negli stabilimenti della Anheuser-Busch InBev.
Ovviamente si tratta di birre relativamente convenzionali, che hanno quasi del tutto perduto le caratteristiche tradizionali; ma seguono le tendenze del gusto e di mercato, poco impegnative e piacevoli. Per la Francia viene adottato il marchio Bécasse.
Belle-Vue Framboise, framboise di colore ambrato con una fioca sfumatura porpora (g.a. 5,2%). È una specialità tradizionale di Bruxelles, ottenuta da lambic maturato per lungo periodo in botte. I lamponi danno un’impronta decisiva all’aroma; ma rendono anche dolce il gusto che scorre, nella sua freschezza, con piacevoli venature fruttate. Il corpo sottile ha una consistenza sciropposa. Dopo il finale pungente di lambic, si apre un retrolfatto lievemente dolceamaro.
Belle-Vue Gueuze, gueuze di colore dorato (g.a. 5,2%); mix di lambic fatti invecchiare da uno a tre anni in botti di rovere. La morbida effervescenza genera una spuma bianco sporco di media durata. L’aroma è fruttato, aspro, granuloso. Il corpo, da leggero a medio e di trama spessa e sciropposa, asseconda un gusto rotondo nettamente orientato all’agrodolce. Il finale, lungo e leggermente acido, introduce un discreto retrolfatto vinoso.
Belle-Vue Kriek, kriek di colore rosso sgargiante (g.a. 5,2%). Le ciliege di Schaarbeek, lasciate a macerare per diversi mesi nel lambic e attaccate fino al nocciolo dai lieviti selvaggi, conferiscono all’aroma, non solo il proprio singolare profumo, bensì anche un sentore di mandorla. Non diversamente, il gusto secco e acidulo reca l’inconfondibile impronta del piccolo frutto amarognolo belga. L’effervescenza è media; la spuma, soffice e ricca di allacciature. Il retrolfatto rimane amarognolo, e con croccanti suggestioni di nocciola.