Tratto da La birra nel mondo, Volume I, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Arcen/Paesi Bassi
Birrificio del Limburgo, fondato nel 1915 da quattro amici, tutti piccoli produttori di birra: Leopold Haffmans (Brouwerij de Roobeek), Gerard van Dijk (Brouwerij de Oranjeboom, Broekhuizenvorst), August Schraven (Brouwerij het Anker, Lottum), e Gerard van Soest da Broekhuizen. La birreria era equipaggiata con motore a vapore e la birra, chiamata VK bier (“Regno Unito birra”), veniva confezionata in bottiglie con sistema di chiusura ad avvitamento e in botti di legno.
Alla fine della seconda guerra mondiale, la fabbrica fu gravemente danneggiata dai bombardamenti inglesi, per cui nel 1945 iniziò la ricostruzione. Ma la crisi e il conseguente calo delle vendite vennero a creare seri problemi finanziari: nel 1949 l’azienda fu venduta alla Bierbrouwerij de Drie Hoefijzers di Breda.
Nel 1956 la fabbrica era bell’e ricostruita, coi necessari ammodernamenti. Purtroppo nuovi problemi finanziari, nel 1968, portarono alla vendita, questa volta, al gruppo britannico Allied Breweries che, nel 1980, decise di chiudere la fabbrica di Arcen.
Si fecero allora avanti tre dipendenti, tra cui il mastro birraio Toon van de Reek, che presero in locazione la fabbrica, impegnandosi però a non produrre pilsner.
Sicché dal 1981 la Arcense Stoombierbrouwerij divenne un ardimentoso pioniere della fabbricazione di birre speciali, ale realizzate tradizionalmente con fermentazione in tini aperti a temperatura ambiente. Ma, finita nel 1995 sotto il controllo della Interbrew, inevitabilmente dovette rivolgere l’interesse verso le lager di più largo consumo; non smettendo comunque di elaborare, anche se poche, ottime speciali. Per le bok, secondo una consuetudine comune a molti birrai olandesi, ricorre tuttora alla fermentazione alta.
Ribattezzata nel 1998 Hertog Jan Brouwerij, oltre che come Arcener, i suoi prodotti vengono commercializzati anche col marchio Hertog Jan (“Duca Jan”), un omaggio a Giovanni I di Brabante, il buongustaio che era solito festeggiare tornei e battaglie con banchetti e birra a fiumi.
Oggi la birreria, che produce 50 mila ettolitri annui, appartiene chiaramente al gruppo AB InBev. Mentre, su prenotazione e a pagamento, è possibile la visita guidata alla fabbrica, che comprende anche la visita del negozio esclusivo Hertog Jan e la degustazione al Café De Hertog Jan.
Hertog Jean Pilsener, pilsner di colore biondo (g.a. 5,1%); conosciuta anche come Arcener Pilsener e Hertog Jean Traditioneel Natuurzuiver Bier. Viene lavorata in stile pilsner con aggiunta del malto di frumento. La schiuma bianca viene fuori sottile, densa. Nel corpo di pregevole tessitura, non appare da meno l’equilibrio tra cereale e amaricante; mentre si mette in evidenza un tocco di frumento. Il finale arriva delicatamente amaro, seccando il palato.
Hertog Jean Dubbel, abbazia dubbel di colore marrone scuro (g.a. 7,3%); con rifermentazione in bottiglia. La ricetta prevede aggiunta di caramello e zucchero candito. L’aroma è orientato alla dolcezza del malto. Il corpo possiede una solida struttura, senza però che la forza dell’etanolo si metta in evidenza più di tanto. Il gusto scorre amabile nell’alveo ottimamente segnato dal malto. Una squisita suggestione dolceamara impronta il retrolfatto. Questo prodotto va versato lentamente, facendo rimanere i sedimenti di lievito sul fondo.
Hertog Jean Tripel, abbazia tripel di colore biondo(g.a. 8,5%); con rifermentazione in bottiglia. Con un’effervescenza media, la schiuma fuoriesce cremosa e aderente. L’aroma evidenzia il dolce del malto e un delicato fruttato. Il corpo è di notevole struttura. Il gusto finemente amabile lascia, nel finale, campo libero alla dolcezza del calorigeno alcol etilico. Nel versare il prodotto, non bisogna far alzare i sedimenti di lieviti dal fondo della bottiglia.
Hertog Jean Grand Prestige, abbazia quadrupel di un profondo marrone rossastro (g.a. 10%); con rifermentazione in bottiglia. È considerata dai più la migliore birra dei Paesi Bassi a fermentazione alta. Viene presentata come barley wine, stile nel quale può rientrare però solo in senso lato. Nonostante l’alto tenore alcolico, la spuma sbocca bella densa. Il bouquet composito mette in risalto spezie e malto. Il corpo è consistente, ma attacca il palato con leggerezza. Il gusto tende decisamente al dolce, lo stesso dolce dell’alcol che ha già riscaldato l’olfatto. Un piacevole amarognolo si esalta nella discreta persistenza retrolfattiva.
Hertog Jean Oerblond, belgian ale di colore dorato: effervescenza piuttosto bassa; schiuma bianca di scarse dimensioni ma di buona tenuta; aroma di malto, cereali, agrumi, con qualche sentore di luppolo erbaceo; corpo medio un po’ acquoso; rinfrescante gusto di malto con buona dose di amarore da luppolo e una punta di acido; finale lungo che non riesce a portare a termine il piacevole amarognolo (g.a. 6,2%).
Hertog Jean Oud Bruin, tipica oud bruin olandese di colore rosso rubino scuro: effervescenza moderata; schiuma sottile e con un minimo di allacciatura; aroma dolce di malto, con sentori più tenui di caramello, malti scuri, nocciola, zucchero di canna; corpo leggero dalla trama acquosa; gusto dominato dalla dolcezza di frutta scura; finale persistente e altrettanto dolce (g.a. 2%).
Hertog Jean Primator, extra pilsener di colore oro vecchio (g.a. 6%); con aggiunta di mais. Ha un’effervescenza alquanto elevata; bella spuma bianca di sufficiente ritenzione; aroma lievemente segnato dal malto, con un tocco deciso di luppolo floreale; corpo piuttosto sottile di consistenza acquosa; gusto di media dolcezza, a base di caramello, mais, caramella mou, lievito, agrumi, con una rifinitura dolceamara; finale molto pulito; discreto retrolfatto morbido, amabile, alcolico.
Hertog Jean Weizener, witbier di colore oro intenso con lieve nebulosità: effervescenza decisa; enorme schiuma duratura; morbido aroma quasi floreale, con sentori di banana matura, agrumi, lievito e spezie leggere; corpo di pregevole tessitura, brillante, scorrevole; fresco gusto di malto, banana, lievito, agrumi, con delicato rivestimento di luppolo (g.a. 5,7%).
Stagionali
Hertog Jean Lentebock, lente bok primaverile di colore giallo dorato: effervescenza moderata; schiuma bassa, ruvida e piuttosto labile; dolce aroma di malto, con qualche sentore dolciastro di alcol, caramello, mela, pera; corpo pieno; sapore cremoso e dolciastro che assume nel lungo retrolfatto energiche note di luppolo terroso (g.a. 7,2%).
Hertog Jean Bockbier, traditional bok autunnale di colore rosso rubino (g.a. 6,5%); prodotta con aggiunta di caramello. Con un’effervescenza morbida e compassata, la schiuma fuoriesce compatta, densa, cremosa, aderente. L’aroma si libera dolce e fruttato di caramello. Il corpo rotondo ha una pienezza vellutata. Al palato ritornano le sensazioni percepite al naso. Nel retrolfatto si leva una netta impressione amarognola.
Stagionali speciali
Hertog Jean Karakter, belgian strong dark ale color rame (g.a. 7,5%); conosciuta anche come Dilemma van Arcen GvdB/009. Propone un’effervescenza media; schiuma fine e vaporosa ma poco stabile; aroma dolciastro di malto quasi cremoso; corpo pieno, rotondo di consistenza grassa; gusto di malto bilanciato dalla dolcezza dell’alcol che peraltro riscalda delicatamente il palato. Solo nel retrolfatto compare un lieve amaro da luppolo.
Hertog Jean Ongekend HJA 15/1, belgian strong dark ale di colore marrone con sfumature aranciate: effervescenza moderata; schiuma bianco sporco ben stabile; aroma spiccatamente fruttato; corpo medio di consistenza grassa; gusto ancora fruttato ma con orientamento al dolce su solida base luppolizzata; finale con impressione di coriandolo (g.a. 8,4%).
Hertog Jean Ongekend HJA 15/2, belgian strong dark ale: effervescenza da bassa a moderata; spuma quasi assente; aroma di malto con tendenza alla dolcezza; corpo solido e di estrema morbidezza; gusto influenzato dal malto ma adeguatamente bilanciato da note pungenti di frutta acerba, mentre il luppolo si limita ad agire in sottofondo (g.a. 9,2%).